Al Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai si è aperta la mostra Italia Geniale. Design Enables, bellezza, originalità, creatività del design industriale apprezzato universalmente. La mostra è stata pensata come un percorso a ritroso attraverso la storia dei brevetti e dei disegni industriali dagli anni Sessanta a oggi
by Barbara Borgonovo
Che ci fa l’Aquarama di Riva, uno dei motoscafi più belli e conosciuti al mondo, insieme alla Moka di Alfonso Bialetti del 1950 e alla radio Algol di Brionvega? Il casco aereo di Momo Design insieme ad Arduino, la celebre e rivoluzionaria piattaforma hardware disegnata nel 2005, e la spillatrice Zenith del 1948 che utilizziamo tutti i giorni in ufficio? E ancora, l’intramontabile lampada Atollo di Vico Magistretti con l’avanguardistico impianto frenante Brembo in carbonio ceramico del 2002 e le contemporanee calzature Furoshiki The Wrapping di Vibram? Sembra un elenco male assortito. Invece no. È racchiuso tutto qui, in questo universo caleidoscopico e variegato, il genio italiano che è stato esposto all’Expo 2020 di Dubai.
La mostra Italia Geniale è realizzata da ADI e ADI Design Museum per il Ministero dello Sviluppo economico, il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e il Commissariato generale per Expo 2020 Dubai, in collaborazione con l’Ufficio italiano brevetti e marchi, Unioncamere e ITA/ICE Italian Trade Agency.
La mostra Italia geniale. Design enables è stata pensata come un percorso a ritroso attraverso la storia dei brevetti e dei disegni industriali depositati all’Ufficio italiano brevetti e marchi del Ministero dello Sviluppo economico dagli anni Sessanta a oggi. Sono quasi cento gli oggetti e i progetti scelti, molti dei quali sono stati esposti a Dubai, che trovano spazio nel ricco catalogo della mostra. Vale la pena raccontarli per la loro valenza, a Dubai come altrove, in uno spazio-tempo universale, quello che è proprio dell’arte.
INVISIBILE
Un sandalo invisibile, come dice il nome stesso, pensato da Salvatore Ferragamo nel 1947. Una calzatura nata dall’osservazione delle lenze dei pescatori lungo le rive dell’Arno, in quella Toscana tanto amata dallo stilista. Un unico sottile filo di nylon trasparente gira più volte sotto la tomaia formando una delicata mascherina che si avvolge attorno al piede. L’illusione è quella di calzare una scarpa impalpabile a cui il piede aderisce per magia. La zeppa scultorea in legno a forma di F alta nove centimetri la rende un vero capolavoro. Premiata con il Neiman Marcus Award, ovvero l’Oscar della moda.
Fino al 1930 a Dubai si raccoglievano perle. Oggi si scia nei centri commerciali. Il deserto si sposta sempre più in là mentre gli Emirati Arabi Uniti lanciano una sonda nell’orbita di Marte. Ma in una delle potenze del Golfo Persico c’è spazio anche per l’industria green, fintech e digitale. Quarta meta più visitata al mondo dopo New York, Londra e Parigi, a Dubai oggi vivono più di tre milioni di persone. Nel dopoguerra erano poco più di ventimila.
«IL CENTRO DI TUTTI GLI OGGETTI DI DESIGN SCELTI RESTA CERTAMENTE L’UOMO, CON I SUOI BISOGNI E I SUOI SOGNI, MA ASPETTI DI GRANDE ATTUALITÀ
COME LA SOSTENIBILITÀ E L’INCLUSIVITÀ RISULTANO EVIDENTI FIN
DAGLI ALBORI DEL MADE IN ITALY».
LUCIANO GALIMBERTI, PRESIDENT OF ADI
ATOLLO
Progettata nel 1977, Atollo è uno dei capolavori del grande designer Vico Magistretti (per Oluce Italia), che negli Anni Settanta rivoluziona il panorama degli oggetti domestici per le case medio borghesi. Sotto, una cupola che rivisita in chiave astratta e ben scandita il classico paralume in tessuto. Sopra, lo stelo trasformato in colonna che mantiene la stabilità. Nel gioco tra luce e ombra che si genera dall’interazione dei due elementi, la cupola sembra galleggiare nel vuoto.
Non è un caso allora se il claim dell’Expo 2020 (rimandato di più di un anno a causa della pandemia) vada dritto al punto: Change the way you see the world. Cambia il modo di guardare il mondo. Uno slogan che sembra fatto apposta per descrivere quello che in tutto il globo è conosciuto come “genio italiano”. Quel genio che di fatto da secoli cambia il nostro modo di guardare il mondo creando bellezza.
GHOST CHAIR
Nel 1987 la designer Cini Boeri progetta una seduta destinata a raccontare un’intera epoca. La poltrona invisibile viene presentata al Salone del Mobile e oggi è esposta al Moma. Fatta di una sola lastra di vetro di dodici millimetri di spessore, modellata con una piegatura termoformata, Ghost è un vero e proprio oggetto-manifesto degli anni Ottanta. Astratta e impalpabile ma allo stesso tempo solida, resistente e comoda, Ghost Chair è stata sviluppata in collaborazione con Tomu Katayanagi, con Vittorio Livi e con il know-how tecnico di Fiam nel design e nella lavorazione del vetro.
L’Italia dell’eccellenza e del design si sta facendo strada a Dubai già da qualche anno. Non più meta del lusso sfrenato, ma sempre più a portata di mano anche per la classe media, Dubai non è più soltanto divertimento e shopping ma sta diventando un polo culturale di rilievo. Gallerie, boutique, atelier, sartorie all’avanguardia, collaborazioni con i grandi musei, ristoranti fusion arabo-occidentali: tutto è lì a raccontare la volontà di intercettare un mercato colto e sofisticato.
AQUARAMA
Aquarama è il motoscafo con la M maiuscola, simbolo di esclusività. Con la sua eleganza senza tempo, disegnato dall’ingegnere Carlo Riva nel 1962, è diventato un simbolo di italianità e classe, attraversando mode e culture. Prodotto per oltre trent’anni fino al 1996, Aquarama si è assicurato un posto nell’Olimpo del mare non solo per la sua estetica, ma anche per le sue ragioni costruttive: un rigoroso processo di produzione in serie permette il controllo completo di tutti i componenti, mentre il livello di finitura è garantito da un sapiente lavoro artigianale.
Ad illustrare la creatività italiana in mostra non ci sono solo oggetti di design ma anche invenzioni rivoluzionarie che hanno avuto e hanno un impatto decisivo sulle nostre vite, come pure innovazioni tecnologiche all’avanguardia. Casa, ufficio, tempo libero, sport: il made in Italy ha forgiato tutti gli ambiti del nostro vivere quotidiano, sia nei consumi di massa sia in quelli di nicchia, coniugando in maniera del tutto peculiare bellezza e funzionalità e generando lavoro e ricchezza.
Interessante la divisione in cinque macro aree i cui nomi utilizzano la desinenza “able”, come pure il titolo della mostra, ovvero “capace di”, e dunque possibile. Cinque aree che restituiscono egregiamente tutta la complessità del design italiano, organizzate in suggestive teche giganti trasparenti disegnate dallo Studiomartino.5 di Roma.




Si parte con la sezione Imaginable. Ovvero materiali e prodotti dedicati al gioco, alla fantasia e al diritto all’immaginazione in tutte le fasi della vita, oggetti ironici, sovversivi ed iconici. Come la Scimmietta Zizì di poliuretano nata dall’incontro nel 1952 tra Bruno Munari e Pigomma (Pirelli), o il Conico, il bollitore di Aldo Rossi disegnato nel 1986, come pure la celebre poltrona Proust di Alessandro Mendini, e il più recente progetto W-Eye di Matteo Ragni che produce occhiali da vista in legno o, ancora, l’Orange Fiber di Adriana Santanocito ed Enrica Arena che nel 2014 ricavano un tessuto sostenibile e organico partendo da uno scarto di produzione agricola su larga scala, quello delle spremute di agrumi.
EV15 ICUB
Un robot androide costruito nel 2015 dall’Istituto italiano di tecnologia di Genova e sviluppato con il RobotCub Consortium. Alto 104 centimetri e pesante 22 chili, iCub somiglia a un bambino di circa tre anni. La pelle artificiale può interagire con il mondo grazie a una sensibilità al tatto e una presa simili a quelle umane. Il progetto è totalmente open-source sia per il software, gratis e non criptato, sia per l’hardware.
Nella sezione Workable trovano invece posto tutti gli oggetti che hanno cambiato il nostro modo di lavorare. Dalla macchina da scrivere nomade Valentine di Olivetti, disegnata da Sottsass, alla lampada a braccio estensibile Tolomeo, prodotta da Artemide, fino agli accessori da scrivania come la pinzatrice Zenith o la colla Coccoina disegnata da Aldo Balma nel 1951. Ma ci sono anche esempi di intelligenza artificiale, i georadar da cantiere Opera duo e la Stampante 3d Xfab 2000.
Relationable è invece la sezione dedicata alla relazione tra persone, tra persone e oggetti e tra oggetti e spazio. Il design italiano ha cambiato radicalmente le relazioni, i riti, i gesti. Pensiamo alla Moka di Bialetti che per la prima volta negli anni Trenta consente di gustare il caffè espresso nella propria casa. Ma c’è anche l’ISSpresso di Lavazza, la macchina del caffè realizzata nel 2014 per la Stazione spaziale internazionale che può funzionare in condizioni di microgravità. Ci sono anche le sedute informali Sacco per Zanotta e Le Bambole di Mario Bellini per B&B Italia che tra gli anni Sessanta e Settanta rivoluzionano il modo di sedersi su un imbottito. Ma c’è anche la gloriosa bottiglietta del Campari Soda disegnata da Fortunato Depero come pure il vasetto riutilizzabile della Nutella.
E ancora, Liveable. Ovvero immagini, materiali e artefatti del design italiano pensati per le attività individuali e collettive della vita quotidiana, dallo sport alla salute, alla cura di persone e ambiente. Si va dalla postazione odontoiatrica Isotron, progettata dallo studio Giugiaro, alla maschera professionale da sub di Angelo Ricchiuti, dal tapis roulant Skillmill di Technogym, fino all’avveniristica mano artificiale di derivazione robotica Hannes disegnata nel 2019 dall’Istituto italiano di tecnologia.
Infine, Moveable, il movimento e lo sport. Dalla Vespa al motoscafo Aquarama di Riva, alla Spider Duetto Alfa Romeo del 1966, dalla carrozzina per disabili leggerissima Aria 1.0 del 2013 in lega di magnesio e fibra di carbonio alla Ferrari Monza SP1 del 2018. Ma c’è anche il cane a sei zampe, logo di Eni disegnato nel 1952 dallo scultore Luigi Broggini, e le mappe stropicciabili e impermeabili dell’azienda Palomar come pure la colonnina JuicePole di Enel X per la ricarica di auto e mezzi elettrici.
«Economia della bellezza, bellezza della cultura, bellezza applicata al lavoro e alla manifattura che produce, oltre a risultati economici, reputazione e credibilità». Paolo Glisenti, Commissario generale dell’Italia per Expo 2020 Dubai.
Un armadio pieno di fantasia, ingegno e creatività. Ma anche di bellezza, dettagli, vite vissute, quelle dei designer che hanno progettato oggetti rivoluzionari, e quelle di chi quegli oggetti e quelle invenzioni li ha utilizzati e li utilizza tutti i giorni. Un museo parlante, vivente, che è stato immortalato temporaneamente nel grande armadio monumentale di Dubai ma che è destinato a continuare a vivere tra le pieghe delle nostre vite, giorno dopo giorno, come gli oggetti incantati del museo dell’Innocenza creato dal premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk per il suo amico Kemal. Un museo, dedicato da Kemal alla sua amata Füsun, in cui i confini tra realtà e immaginazione sono estremamente labili. Labili come negli oggetti che a Dubai raccontano quella genialità italiana che ha creato e continua a creare mondi altri, spostando il confine del possibile sempre un po’ più in là, proprio come la città di Dubai, che anno dopo anno sposta sempre più in avanti il deserto.
(L’Italia Geniale – The Italian Genius – Barchemagazine.com – Febbraio 2022)