Benetti Spectre è un superyacht che non passa inosservato per i suoi originali contenuti. Lungo 69,3 metri e largo 11,7, ha un’immersione di 3,2 metri e ha un dislocamento di mille tonnellate. Con due Mtu di 2580kW ciascuno ha una velocità massima di 21,2 nodi
by Valeria Caldelli – photo by Charl Jordaan – www.yachtingimage.com and Jim Raycroft
APPENA NATA È GIÀ UNA STELLA. Nel firmamento del mare si incontrano pianeti, satelliti, costellazioni e meteore. Ma Benetti Spectre, 69 metri e velocità che sfiora i 40 chilometri orari, brilla di luce propria nella galassia dei megayacht, attirando nella sua orbita nuove generazioni di barche e armatori. Storie di uomini, yacht e cantieri. Storie di primati e di avanguardie della tecnologia coniugate con proporzioni ed eleganza.
Detto in termini economici, invece, Spectre è ‘full custom’, nel senso che è unica dalla punta della prua fino all’ultimo giardinetto di poppa: 750.000 ore di lavoro per vincere una sfida che fino ad oggi nessuno nel mondo aveva mai tentato e che Benetti dimostra di avere vinto. Coniugare potenza, meccanica e disegno di un’imbarcazione raggiungendo e superando i limiti di ognuna di queste componenti fondamentali è impresa titanica.
D’altra parte, evocando con il suo nome le ultime avventure di James Bond, Spectre doveva pur avere una serie di caratteristiche. Prima di tutte la velocità. Così, ogni singolo grammo delle sue 850 tonnellate è stato soppesato e analizzato perché non fosse di troppo. L’intera progettazione è incentrata sulla leggerezza dell’imbarcazione, a cominciare dalle vetrate ottenute con materiale al top della qualità che permette di diminuire lo spessore del 30 per cento, con minori aggravi in termini di peso.
Lo stesso vale per gli isolanti acustici e persino il massiccio diametro di acciaio dell’asse dell’elica è stato, per quanto possibile, ridotto. Se poi la velocità supera di 4 o 5 nodi quella di imbarcazioni delle stesse dimensioni è anche grazie alla sua carena, opera di Mulder Design, che ha una forma meno tondeggiante rispetto alle normali carene dislocanti e quindi riesce a produrre meno resistenza sull’acqua.
«Prendendo a modello una grande imbarcazione di tipo classico, siamo intervenuti per renderla sportiva e ricca di innovazioni tecnologiche», spiega Giorgio Maria Cassetta, giovane architetto e designer già famoso sul piano internazionale che ha creato il profilo esterno dello yacht, con la prua lunga e inclinata. «Muscolosa, dinamica e nello stesso tempo estremamente voluminosa: questa è stata la sfida».
Una sfida di cui lo studio olandese Mulder Design ha progettato lo scafo e il sistema di propulsione. Anche questi modelli originali. A cui si aggiunge il Total Ride Control, un sistema di stabilizzazione in uso sui traghetti veloci, ma installato per la prima volta su uno yacht di quelle dimensioni. È composto di 2 pinne a prua e 3 lame di intercettazione dell’acqua a poppa per controllare il beccheggio. Altre 2 pinne al centro controllano il rollio. Insomma, niente è lasciato al caso. Tutto, invece, è studiato minuziosamente per applicare tecniche d’avanguardia che ne hanno fatto una perla.
D’altronde John Staluppi, magnate italo-americano e padre di Spectreè da sempre un amante della velocità, delle automobili e delle barche. E ben 3 dei suoi 9 yachts sono nati nei cantieri Benetti di Livorno, azienda leader del settore navale in campo internazionale. Un buon motivo d’orgoglio per Franco Fusignani, amministratore delegato dell’azienda che subito dopo Spectre ha varato, uno dopo l’altro, tre gigayacht di oltre 100 metri in soli cento giorni.
Sono mesi di grande fermento per Benetti, tra i pochi cantieri sul piano internazionale in grado di produrre ciclopi come i giga e superyacht custom come Spectre. Nei suoi 220mila metri quadrati in riva al mare a Livorno ogni giorno lavorano, oltre ai 250 dipendenti, ai uali si aggiungono i 150 del cantiere di Viareggio e altre 1400 persone con un indotto che coinvolge 450 aziende.
Sono numeri importanti non solo per un’azienda, ma per un territorio e per una nazione intera; un brand, quello di Benetti, che porta l’Italia nel mondo. E Spectre è la sua regina. Semplicemente armoniosa, dalle proporzioni perfette e filiformi come una top model, nonostante le performance da campionessa del decathlon. Infatti, dall’esterno, niente lascia indovinare i grandi volumi interni divisi su 5 ponti.
Nei 1200 metri quadrati di superficie sono ricavati ampi saloni, bar, la cucina, due grandi frigoriferi, le cantinette per i vini pregiati, le cabine per 12 ospiti, 25 bagni e una zona benessere con palestra, hammam e massage room, insieme ai locali tecnici e quelli per l’equipaggio. Entrare dentro Spectreè come trovarsi in mezzo a un film. Anzi, molti film.
Il ponte principale appare come una sorta di déjà vu degli anni ruggenti americani, per quello stile reso popolare dalle molte ricostruzioni cinematografiche. L’Interior Style Department di Benetti si è infatti ispirato all’art déco della Florida con richiami al tradizionale Liberty parigino di fine 800. Anche Al Capone con il suo sigaro potrebbe uscire dal trasparente ascensore cilindrico racchiuso nella scala a spirale della lobby principale.
E la regale cabina armatoriale sull’upper deck, con il rotondo skylight del soffitto e la semicircolare vetrata sul ponte di prua, ricorda il set di qualche fuga romantica alla Richard Gere: di fronte solo un’area privatissima con vasca idromassaggio, la piattaforma touch and go per l’elicottero, sempre pronto, e il mare profondo. Due piani più sotto, sul lower deck, va in onda un altro film. Questa volta entra in scena James Bond, con un inseguimento dai fumosi e silenziosi locali del bagno turco alla grande e rumorosa sala macchine: bianca, modernissima, tirata a lucido.
E come ogni fuga che si rispetti, il protagonista guadagna l’ampio garage dove mette in azione uno dei due tender di 9 o 7 metri prima di scomparire all’orizzonte. Forse non sono state le fantasie cinematografiche a far salire Benetti Spectre sul primo gradino del podio dei vincitori nella serata di gala del Capitol Kempinski Hotel di Singapore, ma è certo che il titolo di Asia Boating Award 2019 nella categoria Best Custom Built Yacht se lo è già conquistato. Come Seven Seas, Lady Mourae Madame Gu, Benetti Spectre è uno dei gioielli che solcano il mare. È anche la One Off più estrema della sua famiglia. Ed è italiana. Chiamatela Signora.
BENETTI SPECTRE
PROGETTO Architettura Navale Mulder Design • Concept + Designer esterni Giorgio M. Cassetta • Design interni Benetti Style Department
SCAFO Lunghezza f.t. 69,3 m • Larghezza max 11,7 m • Immersione massima 3,2 m • Scafo e Sovrastruttura Acciaio / Alluminio • Dislocamento a pieno carico 1.000 ton • Capacità casse combustibile 120.000 l •Capacità cassa acqua 18.000 l • Cabine armatore e ospiti 6 cabine per 12 persone • Cabine equipaggio 8 + 1 cabine per 13 + 1 persone
MOTORI PRINCIPALIN° 2 MTU 2.580 kW @2.100 rpm • Generatori N° 3 Northern Light M1305A22 200kW@1.500rpm / 50hz + (1 harbour mode 185 kW) • Elica di prua Electrical / 200 kW • Elica di poppa Pump Jet 200 kW electric • Stabilizzatori Naiad Dynamics Total Ride Control® • Velocità massima 21,2 nodi • Autonomia a 12 nodi 6.500 Nm • CLASSIFICAZIONE ABS Compliance LY3
AZIMUT BENETTI SPA
Livorno – Italy
[email protected]
www.benettiyachts.it
(Benetti Spectre, nave da primato – Barchemagazine.com – Luglio 2019)