Abbiamo provato il nuovo fuoribordo della casa giapponese a bordo del Capoforte 240SQi, progettato appositamente per la propulsione elettrica
by Luca Sordelli – photo by Andrea Muscatello
“Se sente i peoci che pensa”, ovvero:si “si sentono le cozze pensare”. È la lapidaria sentenza di un tassista veneziano. Murano, giornata invernale e nebbiosa. Uno strano e silenzioso motore gira per la laguna a poppa di una piccola barca, anche lei dalle “strane” linee. Un drappello di giornalisti e fotografi lo inseguono. Quando ci fermiamo in darsena il tassista è affianco a me, in attesa di clienti. Il suo è un immaginifico apprezzamento alla silenziosità del nuovo Harmo di Yamaha. E i tassisti, si sa, sono scettici per natura. La prendo come una promozione a pieni voti, farsi notare per la propria silenziosità non è da tutti.
Harmo è un “oggetto” decisamente fuori dal coro nel panorama dei sistemi propulsivi ad oggi dedicati al mondo della nautica. Partiamo dall’aspetto più evidente di questa sua unicità: è un fuoribordo, ma a modo suo. Non è infatti il tradizionale insieme motore-piede-elica che ruotano solidalmente per dare spinta e direzionalità.
Il motore è montato su un mini bracket in alluminio sullo specchio di poppa e al primo sguardo potrebbe essere una soluzione entrofuoribordo, ma in realtà gli unici buchi che si devono fare sono quelli dei cavi che arrivano dalle batterie e strumentazione/comandi. Il tutto però si alza elettricamente per uscire dall’acqua, proprio come un tradizionale fuoribordo.
«L’ATMOSFERA DISTESA E CONVIVIALE IN COPERTA È ESALTATA DA UN LAYOUT VERSATILE, IN CUI UN AMPIO TAVOLO PIEGHEVOLE PUÒ LASCIAR POSTO A UN CUSCINO SUPPLEMENTARE. IN QUEST’ULTIMA CONFIGURAZIONE, TUTTA LA SEZIONE PRODIERA DELL’IMBARCAZIONE SI TRASFORMA IN UN GRANDE PRENDISOLE A TUTTO BAGLIO». CHRISTIAN GRANDE
L’aspetto più interessante, e inedito su scafi di questa taglia, è però la tecnologia utilizzata per realizzare il propulsore. Si tratta della cosiddetta RIM Drive Technology, dove l’elica è intubata all’interno di un “anello” in alluminio dentro al quale è “nascosto” il motore, costituito da una parte esterna dove ci sono le bobine, ed una interna dove ruotano i magneti, a cui le quattro eliche sono connesse. Il moto non è quindi dato dalla rotazione di un classico asse centrale. La tecnologia RIM viene utilizzata di solito su grandi navi commerciali per propulsioni pod e per i bow o stern thruster, ovviamente con applicazioni di dimensioni ben più grandi. Harmo ha una potenza di 3,7 kW e una spinta statica di 102 kgf, circa come un 9 cavalli fuoribordo tradizionale, e pesa 51 kg. L’elica intubata ruota di 70° per lato se si utilizza il joystick, 40° manovrando con sterzo e manette. Riguardo ad autonomia e velocità di ricarica, ovviamente, tutto dipende dall’impianto installato a bordo e disponibile in banchina.
Sul Capoforte SQ240i che abbiamo testato c’erano due batterie da 200A Litio/Ferro/fosfato a 48 Volt Life PO4, per un’autonomia di navigazione a 5 nodi di circa 8 ore. Significa avere una giornata di libertà in quella che è l’applicazione ideale per questa accoppiata barca-propulsore: navigazione in acque interne, aree protette, noleggio giornaliero. Proprio Venezia è l’habitat perfetto. Alla guida colpiscono ovviamente la grande silenziosità, ancora di più di quella di un tradizionale fuoribordo elettrico visto che il propulsore è integralmente in acqua (… tanto che si possono sentire le cozze pensare) e poi la manovrabilità. L’ampio angolo di rotazione e l’utilizzo del joystick rendono qualsiasi spostamento estremamente semplice. La particolare installazione a poppa, inoltre, è decisamente meno ingombrante rispetto ad un fuoribordo, tanto visivamente quanto fisicamente: muoversi a poppa sulle plancette laterali è molto facile.
Oltre che con Harmo il Capoforte SQ240i può essere motorizzato anche con un motore elettrico Molabo ISCAD V50, un entrobordo in linea d’asse da 50 kW, che non abbiamo ancora potuto provare. Denominatore comune è ovviamente sempre la barca, realizzata con la tecnica dell’infusione dai Cantieri Aschenez e progettata specificatamente per l’uso in elettrico, come ci ha spiegato il suo designer, Christian Grande: «Le sue linee non devono esprimere velocità, ma devono essere armoniose, legate ad una navigazione rilassata e rilassante». Segno stilistico distintivo è la prua larga e potente, quasi scultorea. Una prua che amplifica lo spazio a disposizione.
(Yamaha Harmo – Silenzio assordante – Barchemagazine.com – Maggio 2023)