Yacht building contracts

Nei contratti di costruzione di yacht si va sempre più diffondendo l’inserimento di clausole contrattuali che vanno nella direzione di tutela del cantiere costruttore, sia rispetto a possibili ritardi, sia rispetto a possibili incrementi dei costi di produzione

by Federico Santini*

Gli ultimi tre anni sono stati caratterizzati da eventi di rilevanza mondiale che hanno avuto e stanno tuttora avendo un fortissimo impatto sull’industria, tanto che si parla ormai di “recessione” nella maggior parte dei paesi europei e non solo. Quando gli effetti della pandemia sembravano essersi stabilizzati è scoppiato il conflitto bellico in Ucraina, con tutte le conseguenze economiche che ne sono derivate, sia per effetto delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea sia per effetto delle contro-sanzioni applicate dalla Russia.

Tanto la pandemia quanto la più recente crisi internazionale hanno avuto effetti innegabili sull’industria nautica. Un primo effetto, evidente a tutti gli operatori e sotto certi aspetti sorprendente, è stato quello di incrementare la domanda da parte degli armatori soprattutto di yacht usati, ma anche di nuove costruzioni, tanto da dare luogo a quel “boom” di compravendite di cui abbiamo dato conto in un recente articolo di qualche mese fa. Un secondo effetto, certamente meno sorprendente, è stato quello che si è verificato nel settore delle nuove costruzioni e soprattutto in quelle di yacht custom, nelle quali i cantieri costruttori devono fronteggiare, da un lato, un elevato rischio di ritardo nelle consegne dovuto a diversi fattori, in ordine cronologico le restrizioni dovute al Covid, la carenza di materie prime e componenti, e dall’altro un inevitabile aumento dei costi di produzione, dovuto all’aumento dei prezzi di materie prime e componenti, all’incremento dei tassi di interesse, al repentino aumento dei costi energetici ed all’aumento dell’inflazione.

LA CLAUSOLA DELLA “FORZA MAGGIORE” HA VISTO ULTERIORMENTE ESTENDERE LA PROPRIA PORTATA, ANDANDO AD INCLUDERE CASI
QUALI LA DIFFICOLTÀ DI APPROVVIGIONAMENTO DI MATERIE PRIME, COMPONENTI ED ATTREZZATURE E I RITARDI
NELLA FORNITURA DEGLI STESSI.

Tutti questi fattori influiscono inevitabilmente sul contenuto dei contratti di costruzione, soprattutto di yacht custom, laddove i cantieri costruttori tendono comprensibilmente a tutelarsi rispetto ai propri committenti. Si va sempre più diffondendo l’inserimento di clausole contrattuali che vanno proprio nella direzione di tutela del cantiere costruttore, sia rispetto a possibili ritardi rispetto a possibili incrementi dei costi di produzione. Da un lato, la clausola della “forza maggiore”, che per effetto della pandemia aveva già visto un notevole ampliamento con l’inserimento della cd. “clausola Covid”, ha visto ulteriormente estendere la propria portata, andando sempre più spesso ad includere casi quali la difficoltà di approvvigionamento di materie prime, componenti ed attrezzature e quindi i ritardi nella fornitura degli stessi, ma anche le ipotesi di ritardi dei subappaltatori nel completamento di opere e lavorazioni ad essi affidate, nonché ipotesi di restrizioni o divieti dovuti a provvedimenti di autorità governative nazionali e sovranazionali.

Nei contratti di costruzione di yacht vengono inserite anche clausole legate alle ipotesi di ritardi dei subappaltatori nel completamento di opere e lavorazioni ad essi affidate, nonché ipotesi di restrizioni o divieti dovuti a provvedimenti di autorità governative nazionali e sovranazionali.

D’altro lato, sempre più spesso viene proposto dai cantieri costruttori l’inserimento nel contratto di una clausola di revisione prezzi in funzione degli aumenti dell’inflazione, cd. “clausola di inflazione” in virtù della quale viene posto a carico del committente il rischio dell’aumento dei prezzi di componenti, materiali ed attrezzature ed anche della manodopera che si verifichi dopo la firma del contratto. È evidente che una simile clausola fa sì che il prezzo contrattuale sia suscettibile di aumenti anche significativi in un periodo storico in cui il tasso di inflazione è in costante crescita ovunque con aumenti su base mensile compresi tra l’1% ed il 4%. Il rischio è ovviamente maggiore in caso di costruttori che operano in paesi con più elevato tasso di inflazione, come la Turchia dove è aumentata dell’83,5% su base annua (dato rilevato a settembre 2022) e dove è previsto un ulteriore aumento futuro. In questi casi, soprattutto laddove la costruzione abbia una durata pluriennale, è consigliabile limitare l’efficacia della clausola fissando dei limiti, ossia prevedendo una soglia minima ed una soglia massima entro la quale l’armatore è responsabile dell’aumento dell’inflazione.

Sempre più spesso viene proposto dai cantieri costruttori l’inserimento nel contratto di una clausola di revisione prezzi in funzione degli aumenti dell’inflazione, in virtù della quale viene posto a carico del committente il rischio dell’aumento dei prezzi di componenti, materiali ed attrezzature ed anche della manodopera che si verifichi dopo la firma del contratto.

È opportuno anche prevedere che in caso di aumento dell’inflazione oltre la soglia massima concordata a carico dell’armatore, sarà responsabile il cantiere costruttore ovvero il contratto si risolverà. Vale infine la pena sottolineare che si stanno diffondendo clausole di revisione dei prezzi anche in relazione all’aumento repentino dei costi energetici, delle materie prime (soprattutto acciaio ed alluminio) e degli oneri finanziari. In conclusione, i contratti di costruzione di yacht stanno subendo una graduale evoluzione nel senso di introdurre meccanismi di revisione del prezzo contrattuale nel corso della costruzione che, potendo condurre ad incrementi inattesi, devono essere attentamente considerati e gestiti in sede di negoziazione contrattuale.

(Yacht building contracts – Barchemagazine.com – Gennaio 2023)