In programma ogni secondo weekend di settembre dal 1977, il Wooden Boat Festival di Port Townsend richiama ogni anno migliaia di appassionati cui preme una cosa soltanto: coltivare e mantenere in vita una vocazione che ha radici profonde
text and photos by Bruno Cianci
SUL FINIRE DELL’ESTATE, LA REGIONE CHE I NORDAMERICANI CHIAMANO “PACIFIC NORTHWEST” SI POPOLA DI BARCHE DI LEGNO E DI APPASSIONATI. Di tutti gli eventi in programma in quell’angolo di mondo, il più popolare è il Wooden Boat Festival di Port Townsend, giunto a settembre 2019 alla 43esima edizione (la 44ma edizione si è svolta virtualmente, ndr). Allestito dal Northwest Maritime Center, organizzazione no-profit fondata nel 1978, la kermesse è un evento marittimo conviviale, amichevole e inclusivo, tipico della cultura anglosassone: una vivace successione di incontri, seminari e gare di costruzione. Last but not least, le condizioni meteomarine sono generalmente piacevoli e anche la geografia dà il suo contributo: Seattle, raggiungibile attraverso il famoso Puget Sound, dista 40 miglia nautiche in direzione sud; Victoria, la città più importante dell’isola di Vancouver (sede di un altro festival), si trova proprio di fronte allo Stretto di Juan de Fuca, 35 miglia a nord-ovest di Port Townsend; Vancouver, invece, si trova 90 miglia a nord.
Visti a Port Townsend
Il celebre progettista Sam Devlin è un habitué del festival, tant’è che si è perso solo l’edizione inaugurale. Negli anni, l’evento è diventato la vetrina principale per le sue barche a motore e a vela (di lunghezza compresa tra i 2,5 e i 18 metri) testardamente realizzate con la tecnica che lo ha reso famoso: “Stitch & glue” (letteralmente: “punto e colla”). Non si tratta di una tecnica di sua invenzione – il celebre “Mirror” era già stato realizzato allo stesso modo -, ma Devlin ha il merito di avere portato questa tecnica al suo punto più alto. E afferma: «Teoricamente potrei costruire barche di 150 piedi allo stesso modo, anche se per adesso mi sono dovuto fermare a 62 piedi, la misura della barca più grande che ho costruito».
Un altro “veterano” dell’evento è Pete Langley, proprietario della leggendaria Port Townsend Foundry (PTF) e fratello di “Pat”, ex marinaio di fiducia di Dennis Conner. Ogni anno, nei giorni del festival, Pete noleggia “The Cottage”, un edificio storico all’interno del porto che fa da cornice all’evento. Di fronte a questa bella costruzione, Langley espone con orgoglio bitte, arridatoi, maniglie, campane, piastre e ferramenta d’altra natura: il tutto realizzato con le leghe più resistenti e raffinate. La mercanzia esposta è un bel vedere, ma il modo migliore di apprezzare questi manufatti consiste nell’imbarcarsi sulla goletta Martha (1907), vera e propria “ambasciatrice” dei prodotti della fonderia. Dai candelieri ai bulloni della chiglia, quasi tutta la ferramenta di bordo è stata prodotta dalla PTF dopo il 1983, anno in cui fu riportato in vita il marchio, a esattamente un secolo dalla prima fondazione.
In acqua
Le barche presenti alla 43esima edizione erano in tutto 144, senza contare quelle abitualmente di stanza nel porto. Il motoryacht di legno Lotus (1905), di solito ormeggiato di fianco al MOHAI (il Museo di storia e dell’industria di Seattle), è stato trasferito a Port Townsend per fornire alloggi a prezzi accessibili, proprio nel cuore del festival. Accanto al Lotus si trovava ormeggiato un altro frequentatore assiduo: la barca da lavoro Tordenskjold, goletta costruita a Ballard (Seattle) nel 1911 e, dal 2012, di proprietà di Northwest Seaport, organizzazione no-profit dedita alla conservazione del patrimonio marittimo. Tra le imbarcazioni più grandi vi era anche Blue Peter, yacht a motore varato nel 1928 a Lake Union (Seattle). Lungo 29 metri, questo yacht che prende il nome dalla bandiera segnaletica che viene issata prima di prendere il mare, può trasportare in crociera fino a dodici ospiti.
Lungo il medesimo molo c’erano Merry Chase e Cape Ross, due altre habituées dei raduni della regione. La seconda è stata costruita dai cantieri Sterling, nel 1952, per la Canadian Fishing Company; fu quindi ritirata nel 1999 e convertita in barca da crociera dopo sei anni di restauro. Merry Chase, invece, iniziò la propria esistenza nel 1929, dopodiché fu confiscata dalle autorità ai sensi del War Measures Act nel 1942. Ora, la barca è gestita da una compagnia di charter. Tra le barche in acqua di dimensioni minori segnaliamo Felicity Ann. Su questo piccolo sloop la navigatrice Ann Davison completò la prima traversata femminile in solitaria dell’Atlantico, a cavallo del 1952 e 1953. La barca è stata recentemente restaurata dalla Northwest School of Wooden Boatbuilding, di Port Hadlock, e quindi trasferita al Community Boat Project che la impiega per scopi educativi.
Sulla terraferma
Attorno alle banchine, gli organizzatori allestiscono regolarmente chioschi e strutture in cui gli espositori esibiscono i loro prodotti, si tratti di barche a remi, dinghy a vela, di utensili, di indumenti o di libri; birra e cibo (da provare la chowder, zuppa cremosa con frutti di mare) fanno da contorno insieme a buona musica dal vivo che risuona fino a tarda notte. Trattandosi di un’area portuale, ci sono anche strutture fisse, come il grande edificio situato a ovest del porto che ospita, tra gli altri, il negozio-laboratorio del marchio Brion Toss Rigging. Jen Bates, una canadese che vi lavora, frequenta il festival dal 1997. Secondo la sua testimonianza: «In passato c’erano più barche a vela, mentre ora quelle a motore sono più popolari; inoltre, il festival conta su una maggiore presenza umana, mentre gli stand sono un po’ meno focalizzati sul mare rispetto al passato. Ciononostante, il festival resta qualcosa di cui essere molto orgogliosi come residenti di Port Townsend». Sposata con un collega rigger e alberaio americano, Jen ha due figli. Uno si chiama Chance e fa parte dell’equipaggio di Martha. Come dice la madre: «Mio figlio è stato fortunato a crescere in una città che ha supportato la sua passione per la nautica; ora è coinvolto nelle regate e nell’insegnamento della vela ai più giovani attraverso le attività del Northwest Maritime Center». Come scopriamo in seguito, la missione di quest’organizzazione consiste nel coinvolgere ed educare le persone alla vita marittima tradizionale in uno spirito di scoperta. Il Centro gestisce un campus che fa leva sulle esperienze marittime per educare e ispirare le persone, il tutto al servizio della comunità e dell’industria locali; perché – come recita lo stesso sito internet dell’organizzazione – il mare è l’insegnante più potente di tutti.
(Wooden Boat Festival – Port Townsend, passione e tradizione – Barchemagazine.com – Aprile 2020)