Vulkan Consulting, the tailor-made hybrid system

Ascoltare, studiare e offrire soluzioni. Vulkan Italia propone la sua novità già sperimentata nell’integrazione di sistemi di propulsione ibridi. Dalla parte dei cantieri e degli armatori

by Niccolò Volpati – photo by Andrea Muscatello

OFELÈ FA EL TO MESTÈ SI DICE A MILANO E IL SIGNIFICATO È SEMPLICE: ognuno faccia il suo mestiere. Qual è il mestiere di un cantiere nautico? Fare barche. Non le barche che vuole il cantiere, ma quelle che chiedono gli armatori. Siamo in un periodo di transizione. Soprattutto per la propulsione. Il vecchio caro motore diesel sembra in qualche modo superato, anche nella nautica si parla di riduzione delle emissioni, di green, di sostenibilità, di nuove tecnologie. La richiesta è forte e proviene da molte direzioni, difficile dire quale sarà il sistema di propulsione degli yacht di domani e quale sarà il combustibile con il quale verranno alimentati.

Chi afferma di avere tante certezze probabilmente millanta una sicurezza che poggia su piedi d’argilla. Le alternative sono tante e molte ancora da esplorare. Come uscirne? Con un consulente. Qualcuno che studia e, senza preconcetti, prova a suggerire la soluzione migliore per il cantiere e per l’armatore. È quello che da tempo fa Vulkan, che ne ha fatto una filosofia e un approccio sistematico ormai da molti anni. Vulkan Italia, in particolare, si è messa dalla parte dell’ascolto, perché così ha sempre ragionato il suo comandante, Gian Piero Repetti, e tutta la sua squadra. 

Data room
Nel 1956 la famiglia Hackforth, attuale proprietaria del gruppo Vulkan, acquisì l’azienda, fondata nel 1889, che produceva riduttori da miniera e giunti a denti. Fu proprio Hackforth a dare una svolta epocale, quando diede il via alla produzione del primo giunto flessibile per grandi motori diesel, il VULKAN EZ, così famoso ed utilizzato nel mondo navale. La nautica allora era ancora tutta da fare. La prima esperienza in questo settore fu nel mondo offshore, negli anni ’90, portata avanti con coraggio proprio da Vulkan Italia. Quel giunto montato su Castello Gancia fu strapazzato per bene gara dopo gara, ma non si ruppe. Il passaggio al mondo del diporto, degli yacht e dei megayacht, è una naturale conseguenza. Oggi Vulkan Italia ha più di 30 dipendenti di cui ben 3 dedicati esclusivamente allo studio e alla consulenza dei sistemi ibridi. L’ufficio tecnico è composto da 5 persone e il fatturato negli ultimi anni è oscillato tra i 12 e i 13 milioni di Euro. Gli altri settori in cui opera sono quello navale, della tecnologia del freddo, dell’industria e dell’assistenza. Il marino si divide tra diporto e professionale e di quest’ultimo fa parte anche il settore militare. Da 20 anni la sede è a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, e la superficie coperta è di 2.000 m2 tra uffici, assemblaggio e magazzino.

Il primo passo è stato capire, prima di altri, che il mondo della nautica da diporto andava richiedendo sempre maggior comfort in navigazione, e che vibrazioni e rumore sono nemici giurati degli armatori e delle armatrici. Certo Vulkan partiva da solide basi: da decenni produce i giunti elastici di trasmissione tra i più famosi affidabili in ambito navale e conosce a fondo le problematiche legate alle vibrazioni torsionali. E così Vulkan Italia si è strutturata, per essere a fianco del cliente: all’inizio, con i progettisti, foglio bianco e solo idee, e dopo, proponendo un sistema, non dei prodotti, per il controllo di rumore e vibrazioni, anche attraverso interventi a posteriori, di retrofit. Una scelta che ha pagato, lo dicono i numeri. 

Gian Piero Repetti

«Il cantiere ci delega in tutto e per tutto perciò noi ci occupiamo di realizzare il sistema ibrido acquisendo tutte le componenti che servono per farlo funzionare». Gian Piero Repetti

Abbiamo incontrato Gian Piero Repetti, che ricorda: «Quando ho iniziato, la Vulkan Italia era costituita da un socio e da me, la nostra prima sede era in un appartamento sopra un supermercato. Vulkan investì 100 mila Marchi tedeschi dandoci precisi target di fatturato. L’anno dopo eravamo già al 50% dell’obiettivo richiesto e così in poco tempo siamo cresciuti e abbiamo continuato a farlo per tutti questi anni». Gian Piero Repetti non si è limitato a fare il commerciale, a vendere prodotti. Lui vuole capire i problemi e si attrezza per dare le giuste risposte.

Così, quindici anni fa, Vulkan Italia ha acquisito un’azienda che le ha permesso di offrire soluzioni vibroacustiche, un pacchetto completo per il sistema propulsivo, fatto di ingegneria, poi di giunti e supporti antivibranti e di consulenza vibroacustica.

Così è nato il Propflex, il giunto di linea d’asse specifico per risolvere i problemi di vibrazioni e di comfort causati dal moto dell’elica. Mettersi in ascolto, proporre soluzioni, risolvere problemi. Ed è quello che continuano a fare. Così nasce l’ultimo progetto, Vulkan Hybrid Architect: silenziosamente, passo dopo passo, con collaborazioni importanti e diverse con alcuni dei più importanti cantieri in Italia (Admiral, Benetti, Tankoa). Dall’Italia è stato poi accolto con favore in Germania, la ‘casamadre’, dalla famiglia Hackforth e dal Management tedesco, che lo ha reso un progetto del Gruppo, e lo ha strutturato con una divisione nuova, dedicata, costituita da tecnici italiani esperti di meccanica, ingegneria elettrica ed elettronica, un project manager, che sia il riferimento per il cliente e il team durante la fase esecutiva, un business developer tedesco che supporti e cooperi con le filiali Vulkan sparse in tutto il mondo per sviluppare ed affermare il nuovo progetto. È così diventato un progetto internazionale. 

Studiano, si aggiornano, valutano, consigliano. Laicamente, perché non hanno chiese a cui essere devoti. Non sono né produttori di motori diesel, né di motori elettrici, né di batterie, ma sanno come farli suonare insieme. Da sempre si sono occupati di collegare sistemi, ottenendo il migliore risultato possibile dalla loro combinazione. Non devono sponsorizzare, né vendere per forza dei componenti e quindi si trovano nella posizione migliore per offrire soluzioni.

Lo stesso spirito di ascolto e di innovazione caratterizza anche Daniele Gaviotis, nuovo Direttore Commerciale di Vulkan Italia, che conosce bene l’azienda avendo ricoperto il ruolo di sales manager nel settore marino per l’Italia e per l’estero per quasi un decennio. Il nuovo che avanza, mosso dagli stessi ideali, gli stessi approcci, con a fianco l’esperienza e la conoscenza approfondita della tradizione, anch’essa sempre tesa verso l’innovazione.

La propulsione ibrida per la nautica è relativamente giovane, ma negli ultimi anni se ne parla molto, e viene associata alle parole ambiente, ecosostenibilità, green e zero emissioni.

Daniele Gaviotis

«Siamo scesi dal palcoscenico, o forse non ci siamo mai saliti, e ci siamo messi dalla parte del pubblico. La propulsione sta cambiando, per questo è ancora più importante osservare per capire quali siano le esigenze di cantieri e armatori», interviene Gaviotis, «l’ibrido è un mondo complesso. La cosa più difficile è far dialogare tutte le componenti e farlo in modo armonioso. È come un’orchestra dove tutti i musicisti devono non solo conoscere perfettamente lo spartito, ma anche saper suonare insieme». Perché un cantiere che costruisce yacht dovrebbe rivolgersi a una realtà esterna come Vulkan? «Proprio perché siamo esterni, consulenti e ricercatori di soluzioni. Un cantiere oggi dovrebbe investire molte risorse del suo ufficio tecnico per dedicarsi alla propulsione ibrida. Noi ci proponiamo di farlo per loro, offriamo la nostra esperienza, gli studi, la competenza e la soluzione in grado di incontrare i favori del cantiere e dell’armatore», spiega Gaviotis. 

Le proposte sono tantissime e gli impianti sono molto diversi tra loro. Vulkan cerca di mettere un po’ d’ordine analizzando le differenze tra i vari sistemi per comprenderne vantaggi o svantaggi e offrire le soluzioni migliori.

Oltre alla nautica da diporto e ai superyacht, anche quella professionale è da qualche anno attenta e si sta convertendo a nuovi sistemi di propulsione. Anche in questo settore c’è molto interesse, sia perché offre possibilità più sostenibili, sia perché fornisce sistemi più convenienti, in un settore attento ai consumi: di miglia se ne macinano tante, di conseguenza l’investimento in un sistema ibrido è più rapidamente ripagato. Addirittura, nel trasporto passeggeri c’è chi ha già realizzato imbarcazioni full electric, prototipali, dove Vulkan Italia ha potuto ben dire la sua. «Offriamo tre livelli di consulenza, è il cantiere che decide di quale ha bisogno. Il primo livello è un’attività semplice. Studiamo il progetto, ascoltiamo le richieste dell’armatore, capiamo le esigenze del cantiere e facciamo la nostra proposta di soluzione. Il secondo livello è per noi un po’ più impegnativo perché ci proponiamo di fornire alcune componenti del sistema; infine, c’è il terzo livello dove ci assumiamo una responsabilità piena, nell’ingegneria e nello scopo di fornitura. Il cantiere ci delega in tutto e per tutto noi ci occupiamo di realizzare il sistema ibrido acquisendo tutte le componenti che servono per farlo funzionare», aggiunge Gian Piero Repetti.

Vulkan sotto la guida di Gian Piero Repetti è diventata una vera e propria specialista di sistemi di propulsione ibridi. L’azienda valuta le potenzialità di sviluppo attuali nel settore nautico immaginando i possibili scenari futuri.

Insomma, l’ibrido non è una realtà a cui conformarsi, ma un sistema in divenire. Non c’è una formula da applicare, ma soluzioni diverse. Dipende dall’armatore, dal tipo di imbarcazione, dall’uso che se ne intende fare e anche dalle esigenze del cantiere. Conclude Repetti: «Tutto è ibrido, anche una barca a vela ha una propulsione ibrida». È per questo che serve un consulente.

(Vulkan Consulting, the tailor-made hybrid system – Barchemagazine.com – Novembre 2021)