Abbiamo incontrato Luigi Gambelli, amministratore delegato di Timone Yachts, dealer esclusivo di Azimut Benetti per le regioni dell’Adriatico centro-settentrionale, l’Austria e la Germania
Luigi Gambelli, a capo di Timone Yachts, dealer ufficiale di Azimut Benetti per l’alto e medio Adriatico dal 1992, è un uomo pieno di energia, passione e grinta. Dentro il Magellano attraccato al porto di Senigallia c’è una luce pulita che nel tepore pomeridiano si posa placidamente sulle superfici lisce di una delle ammiraglie dell’azienda di Paolo Vitelli.
Fuori c’è vento. Il cielo è terso, come gli occhi di Luigi Gambelli, azzurri e sorridenti. Affabile e competente. Due doti che non devono mancare a un bravo dealer.«Quando il concessionario di Azimut per l’Adriatico stava chiudendo avevo tutte le carte in regola per poter prendere il suo posto». Tutto inizia negli anni Ottanta, con un negozio di nautica a Senigallia. Poi la passione ha fatto il resto.
«Ci mette tutto se stesso, è una macchina da guerra», esclama la moglie mentre Gambelli risponde alle telefonate che riceve in continuazione. All’inizio offriva solo consulenza a chi voleva acquistare uno yacht. Così ha capito che avrebbe potuto vendere, che era la sua strada. Come dargli torto? I risultati di Timone Yachts sono sotto gli occhi di tutti. Più di 950 imbarcazioni vendute.
E l’azienda di Gambelli e di Paolo Moresco, socio dal 2008, si sta espandendo anche all’estero: prima con una partnership con la coreana Aceyacht e poi con YachtWerk, dealer esclusivo di Azimut per Austria e Germania, newco con sede in Baviera nata dalla collaborazione tra Timone e la tedesca Splendid Yachting.
Ma qual è il segreto del successo? «Avere coraggio». Essere un po’ pionieri, ma con oculatezza e cautela. «E la cautela forse è mancata un po’ al mondo nautico italiano soprattutto negli anni della crisi quando in molti si sono buttati sul mercato senza sapere bene cosa fare e dove andare», dice Gambelli. Per Timone Yachts è stato diverso.
Se ora è un’azienda solida e in espansione paradossalmente è anche merito della crisi. «Per noi è stata uno stimolo. Ci ha spronato a lavorare meglio, in modo più strutturato. Ci ha fatto crescere».Durante gli anni più difficili Gambelli ha esplorato, si è aperto ad altri mercati dove la crisi era meno pesante. «Asia, Cina, Singapore, Turchia, Baleari. Nuovi mercati e nuovi colleghi. Dialogo e scambi di esperienze, di vedute, di opinioni», ci racconta soddisfatto.
E così Timone Yachts è diventata più forte di prima. Lungimiranza e capacità di pianificazione. Ma serve anche una squadra solida e affiatata: «Mi piace che le persone che lavorano con me possano crescere. La nostra è un’azienda molto libera dove tutti possono lavorare con entusiasmo. E questo mi dà molta soddisfazione».
Ma cosa vuol dire essere dealer di Azimut? «Innanzitutto essere dei professionisti. E non basta saper vendere. L’aspetto tecnico è fondamentale. Assistenza, rimessaggio, refitting. Siamo in grado di affrontare qualunque imprevisto e rispondere a tutte le necessità del cliente. Nel nostro cantiere di Fano, dove facciamo anche custom, abbiamo tante maestranze specializzate». E Gambelli ci tiene a raccontare il preziosissimo lavoro del giovane capo cantiere Stefano Basconi che coordina una squadra super dinamica.
E poi bisogna intercettare i gusti e i bisogni dei clienti. Chi compra un Azimut vuole lusso e semplicità. Vuole il minimalismo oltre le mode.«Azimut è sempre sulla cresta dell’onda, non invecchia mai». Basti pensare al nuovo Azimut S6 presentato a settembre al salone nautico di Cannes, con gli inconfondibili esterni di Stefano Righini e gli interni di Francesco Guida. O alFlybridge 55, esterni sempre di Righini, interni di Achille Salvagni. E all’inconfondibile Atlantis 51 progettato da Neo Design.
Ma la lista potrebbe essere molto più lunga. Imbarcazioni che dettano il mercato, anche dal punto di vista della tecnologia. Il superyacht Grande 32 Metri nasce dal connubio tra Carbon Tech e carena D2P con prua wavepiercer. Il risultato? Massimi livelli di efficienza dei consumi sia a velocità di crociera lenta che veloce.
Insomma, all’avanguardia. «Merito di Giovanna Vitelli», commenta Gambelli. La vicepresidente del gruppo Azimut Benetti coinvolge da sempre figure che vengono da mondi diversi da quello nautico e che proprio per questo possono contribuire a creare prodotti fortemente innovativi. Rottura delle regole tradizionali e contaminazione. Ma senza mai perdere di vista l’obiettivo principale: una barca deve essere una barca.
(Timone Yachts, sapere bene cosa fare – Barchemagazine.com – Gennaio 2019)