Il nuovo progetto del Porto Carlo Riva è stato approvato e i lavori preliminari sono già iniziati. Quello di Rapallo sarà un porto a protezione della città
by Niccolò Volpati
Tutti abbiamo visto, circa quindici mesi fa, il video postato su youtube con la diga foranea del Porto Carlo Riva di Rapallo che si sgretolava sotto i colpi delle onde della super mareggiata della fine di ottobre di un anno e mezzo fa. Sembrava un castello di sabbia fatto da un bambino in riva al mare e invece era un muro di cinque metri e mezzo.
La super mareggiata con le sue onde di quasi dieci metri di altezza ha distrutto il più antico porto turistico d’Italia e affondato centinaia di barche in poche ore. E dopo i lunghi lavori per recuperare i relitti (vedi il video qui sopra a 100 giorni dal disastro), è finalmente giunto il momento della rinascita.
Il 6 febbraio scorso la Regione Liguria ha approvato il progetto del nuovo Carlo Riva, partorito dalla Conferenza di Servizi il 21 novembre del 2019. Poco più di due mesi per l’approvazione, un tempo record, ma questo non significa che è stato approvato senza studi approfonditi. Le indicazioni per la realizzazione che dovrà seguire il Carlo Riva sono contenute in ben 90 pagine di direttive.
I lavori sono già partiti anche se non si vedono. Sono iniziati i carotaggi lungo il molo sud e sono partite anche le prime verifiche per la bonifica di materiale ferroso e possibili residuati bellici che potrebbero trovarsi davanti alla futura diga foranea. Insomma, anche se non si vedono gru, chiatte e pontoni, a Rapallo non stanno con le mani in mano. Sono in corso tutte quelle operazioni che dovrebbero poi consentire di procedere spediti senza intoppi. Serviranno, infatti, 17 mesi di lavoro continuativo per ultimare il nuovo porto.
A fine marzo dovrebbe iniziare il cantiere vero e proprio in modo da poter finire entro giugno 2021. Nell’estate di quest’anno sono previsti tre mesi di apertura parziale per una sessantina d’imbarcazioni, senza, comunque, che s’interrompano i lavori.
Come sarà il nuovo Carlo Riva? Iniziamo da quello che non cambierà: i posti barca saranno sempre 370. Nessun ingrandimento. Quella che cresce sarà la diga. Si passerà da 5,60 metri di altezza, fino a 7, ma soprattutto ci sarà una posa di massi ciclopici davanti ad essa.
Si tratterà di massi da 11 a 15 tonnellate di peso, mentre quelli di prima erano di 6 o 7. Il 65% di essi avrà forme naturali e solo il 35% potrà avere forma squadrata. Serviranno a proteggere da eventuali super mareggiate come quella di un anno e mezzo fa, senza però rovinare il paesaggio. I massi, infatti, arriveranno fino a quasi sei metri di altezza e quindi il “muro” vero e proprio della diga foranea, spunterà di solo un metro.
«Sarà un porto a protezione della città», afferma Marina Scarpino, direttrice del Carlo Riva. E ce n’è bisogno perché la super mareggiata non ha solo distrutto una diga, i pontili e le barche, ma ha anche devastato il lungomare e messo in ginocchio una comunità.
Un recente studio di Ucina, oggi Confindustria Nautica, faceva notare che l’indotto del Carlo Riva era di ben 14 milioni di Euro all’anno. Un indotto di cui beneficiava la città di Rapallo. Ovvio, quindi, che tutti facciano il tifo per il nuovo marina. Ricostruire il porto significa ritornare alla normalità e forse anche avere una struttura, la diga, che serve per proteggere tutti.
Il progetto ha tenuto conto di tanti aspetti. Dagli studi sulla forza delle onde perché la super mareggiata è stata sicuramente un evento eccezionale, ma nessuno può escludere che fenomeni simili si ripresentino in futuro, fino a quelli ambientali e paesaggistici.
Non solo perché la diga, nonostante i sette metri, è stata progettata in modo da inserirsi al meglio nel contesto, ma anche perché, prima di iniziare i lavori veri e propri, tre ciuffi di posidonia che si trovano davanti a dove sorgerà la diga foranea, verranno sollevati e spostati. E poi, per cinque anni, saranno monitorati per verificare che la posidonia attecchisca bene nel nuovo habitat di Zoagli e di San Michele di Pagana.
Tutto questo ha un costo e si tratta di un costo piuttosto elevato. Per terminare i lavori servono 36 milioni di Euro. Circa tre e mezzo sono già stati spesi, ne mancano poco più di 32. Da dove arriveranno? Dal Carlo Riva e dai dai diportisti. Le risorse per la costruzione sono tutte della società che sin dall’inizio ha in gestione il porto. L’unico contributo “esterno” arriva della Regione Liguria che ha stanziato 450.000 Euro. Tutto il resto, sono risorse interne.
Il piano finanziario però non è avventato. Il Carlo Riva aveva già ottenuto un prolungamento della concessione fino al 2056. «Molti nostri clienti che avevano il posto barca fino al 2021 ci stanno dando fiducia, opzionando il loro posto barca per i prossimi 35 anni», racconta Marina Scarpino. Ed è per ricambiare questa fiducia che il porto Carlo Riva ha deciso di realizzare un progetto da 36 milioni di Euro. Se si fosse limitato a ripristinare l’esistente, il costo sarebbe stato di circa 18/20 milioni di Euro.
Quello approvato è un progetto molto più costoso e anche ambizioso, ma il Carlo Riva è a caccia di un nuovo primato. Dopo essere stato il primo approdo turistico privato in Italia, si appresta a diventare il primo porto a protezione di una città.
(Porto Carlo Riva, come prima, più di prima… – Barchemagazine.com – Marzo 2020)