I numeri dell’industria nautica italiana inducono all’euforia, ma alcuni fattori di incertezza paventano il panico. È il momento della lucidità e delle scelte razionali
by Francesco Michienzi
Quante volte ci siamo trovati ad un bivio nella nostra vita? Quante volte abbiamo dovuto prendere decisioni, effettuare scelte, sostenere il nostro pensiero anche se in controtendenza? Direi quotidianamente. Scegliere per fare la cosa giusta è complicatissimo se si ha paura di sbagliare. Ma anche dare i consigli giusti presenta un certo grado di difficoltà. Ci sono anche quelli che si fanno pagare per dare i consigli migliori, tanto se le cose vanno male si sono già dileguati e loro non perdono nulla. Ultimamente sto ricevendo moltissime richieste di valutare cosa accadrà nel medio termine nel mondo nautico. Qualche idea l’avrei, ma non sono così saccente e presuntuoso per esprimerle con leggerezza. C’è chi promette guadagni sicuri sui mercati assicurando che il numero di barche vendute crescerà ancora a lungo.
Ma adesso l’incertezza generale sta alimentando la paura per quello che potrebbe accadere. Un sentimento che quando prende piede si autoalimenta con conseguenze imprevedibili. Prendete il Mets di Amsterdam, il più importante salone al mondo dedicato alla componentistica e ai servizi per la nautica. A due giorni dall’apertura, la paura ha prodotto un rallentamento generale. La manifestazione si è svolta regolarmente grazie alle nuove misure di sicurezza che sono state messe in campo. Io sono andato personalmente al Mets e sono stato molto felice di aver visitato il salone olandese. Secondo il ciclo delle emozioni, dopo la paura c’è la disperazione, il panico, la depressione. In economia la depressione dell’imprenditore è quanto di peggio possa accadere. In due anni abbiamo avuto tutto il tempo per organizzarci e convivere con questa situazione, siamo perfettamente attrezzati per gestirla al meglio e se tutti si vaccinassero non avremmo così tanti problemi. Angela Merkel, in uno dei suoi ultimi discorsi, ha detto che vorrebbe trovarsi nelle condizioni dell’Italia. Sembra un paradosso, eppure possiamo dire Italiani Uber Alles.

“LA PERSEVERANZA È CIÒ CHE RENDE L’IMPOSSIBILE POSSIBILE, IL POSSIBILE PROBABILE, E IL PROBABILE CERTO”. ROBERT HALF
Siamo alla vigilia del salone nautico internazionale di Düsseldorf e si comincia a sentire parlare di rinunce, ma questo sarebbe quanto di più sbagliato e figlio di un pensiero pessimista che dobbiamo rifuggire con tutte le nostre energie, idee e soluzioni. Nel mese di dicembre, dopo 20 anni, per la prima volta Fitch ha alzato il rating dell’Italia a BBB con outlook stabile. L’agenzia prevede una crescita del Pil del 6,2% nel 2021, e ritiene che l’economia raggiungerà i livelli prepandemia già nel primo quarto del prossimo anno. Nonostante questo, il mercato Cinese crolla a vista d’occhio, le materie prime non ce la fanno e il mercato automobilistico (pilastro di ogni economia industriale) vive una crisi mai vista e ha portato aziende come FCA a perdere quasi il 10% del loro valore. Per fortuna l’industria nautica italiana continua a crescere in doppia cifra, ma il tema della mancanza di materie prime si farà sentire nel medio termine. Molti analisti hanno affermato che il profilo attuale degli investitori presenti sui mercati, è di completo panico. Tuttavia, penso che la coerenza delle scelte e delle azioni dovrebbe consentire a ogni azienda di essere in grado di correre i rischi tipici del fare impresa. L’imprenditore è un essere umano che può soccombere al sovraccarico di stimoli ed informazioni, vuole e deve prendere una decisione e si fa aiutare da “scorciatoie” mentali per arrivare a un risultato che è scientificamente inferiore a quello che avrebbe ottenuto in assenza di emozioni.

CORAGGIO, CUORE, COSTANZA, COERENZA NON SONO SOLO PAROLE, SONO IL MOTORE DI NOI STESSI, DI QUELLO CHE DOVREMMO ESSERE, TUTTE LE VOLTE CHE SIAMO TENTATI DAL NON DECIDERE.
Coraggio, cuore, costanza, coerenza non sono solo parole, sono il motore di noi stessi, di quello che dovremmo essere tutte le volte che siamo tentati dal non decidere. Smettiamo di chiudere la nostra volontà in un rifugio immaginario in attesa di qualcuno che decida per noi. La gabbia fatta dai paletti eretti nella nostra mente, lasciapassare di una vita vissuta nel conformismo, fa dimenticare i valori e impedisce la forza di tramandarli alle nuove generazioni. Serve il coraggio delle proprie idee, dei propri ideali, delle proprie azioni. Siamo certamente in grado di dare fondatezza alle nostre scelte, alle nostre responsabilità, nonostante ci siano codici che ci impongono canoni già decisi per noi. Questi codici si chiamano convenzioni, consuetudini, modi di comportamento. Sono tutte quelle maschere che indossiamo per proteggerci e mostrarci. Essere sé stessi o apparire agli altri nel momento di decidere? Siamo tutti parte di un sistema che impera sulle nostre scelte: saliamo sul palco della vita e recitiamo la nostra parte fino al bivio ed è lì che avviene la scelta. Come in ogni cambiamento scegliere, decidere in prima persona, richiede una forte dose di coraggio, ma è l’unico modo di stare al mondo come dovremmo essere: liberi e unici. Se guardiamo al bivio, non c’è più.
(Panico ed euforia – Barchemagazine.com – Gennaio 2022)