Non farsi illusioni, l’editoriale di Franco Michienzi

Quanto è lontana la politica dagli interessi dei cittadini? Decisamente molto. L’intervento del consiglio di stato in materia di concessioni demaniali contraddice una indicazione precisa del parlamento

by Francesco Michienzi

La legge di bilancio è uno degli atti più significativi di un Governo. Dall’insieme dei suoi articoli si comprende in che modo si intende incidere in un particolare settore per aiutarne lo sviluppo, oppure per risolvere dei problemi che ne ostacolano la crescita.

Dopo poche settimane dal suo insediamento, era illusorio immaginare che il Governo Meloni potesse prendere qualche provvedimento dedicato all’industria nautica. Tuttavia, i suoi esponenti più autorevoli avevano dichiarato di essere pronti, di avere le idee chiare sul da farsi, di conoscere così bene il paese e di essere in grado di incidere sulle sorti della nazione immediatamente e con i provvedimenti più utili. Non ci eravamo illusi e di conseguenza non siamo delusi. Siamo realisti e un po’ pessimisti. Il livello della classe dirigente è quello che è. 

PER GOVERNARE BENE IL PAESE SERVIREBBE UNA PROFONDA RIFORMA INTELLETTUALE E MORALE FONDATA SULLA COMPETENZA DI CHI HA I REQUISITI, SUL RICONOSCIMENTO DEL MERITO INDIVIDUALE E DELLE ECCELLENZE
CHE ABBIAMO.

Siamo di fronte ad aggregati casuali della post-politica, sempre meno orientati da valori generali e sempre più influenzati da ambizioni personali dei loro leader. Non si tratta di un fenomeno solo italiano, ben inteso. Il declino della politica è universale, basta guardare all’Europa, con lo scandalo del Qatargate e Maroccogate, e agli stessi Stati Uniti, per non dire poi della Russia, della Cina, dei Paesi dell’Africa dai quali ci si attendeva un tempo una nuova stagione di democrazia vitale e rigeneratrice. Da noi però la malattia si è espressa con una violenza assai maggiore che altrove, potendosi sviluppare sul facile terreno della nostra fragilità istituzionale, della nostra vocazione antica al compromesso, nella nostra atavica assenza di senso dello Stato. In definitiva nella nostra solo apparente saldezza come comunità solidale e partecipe dei comuni destini.

Manca il senso dello Stato, ma lo Stato con tutte le sue articolazioni c’è e si fa sentire anche quando sarebbe opportuno il contrario. Basti pensare alle indicazioni del Consiglio di Stato che ha disposto la cessazione al 31.12.2023 del regime di proroga delle concessioni demaniali marittime, specificando anche che “eventuali proroghe del termine debbano naturalmente considerarsi in contrasto con il diritto dell’Unione e, pertanto, immediatamente non applicabili ad opera non solo del giudice, ma di qualsiasi organo amministrativo”.

Confindustria Nautica ha ricorso alle Sezioni unite della Corte di Cassazione contro le “norme” fissate in materia dal Consiglio di Stato perché la sentenza impugnata ha violato i limiti della giurisdizione amministrativa e invaso la sfera del potere legislativo. In questo modo il Parlamento è stato anche privato del tempo utile a una ponderata riforma del settore. Secondo le Associazioni della nautica da diporto, l’arbitraria invasione della sfera di attribuzioni riservata al legislatore si è verificata in relazione all’applicazione di una norma creata a opera del giudice, che ha esercitato un’attività di produzione normativa che non gli compete, avendo nel contempo stabilito il termine per l’indizione delle gare, nonché l’elencazione dei principi che dovranno in futuro ispirare lo svolgimento delle stesse. Queste norme sono state estese anche ai porti turistici, nonostante che la stessa Direttiva servizi UE li escluda espressamente dal proprio campo di applicazione.

CONFINDUSTRIA NAUTICA HA DEPOSITATO IL RICORSO PRESSO
LE SEZIONI UNITE DELLA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE CONTRO
LA PRONUNCIA DELL’ADUNANZA PLENARIA DEL CONSIGLIO DI STATO
IN TEMA DI CONCESSIONI DEMANIALI MARITTIME, CHE AVEVA
FISSATO I TERMINI DI DECADENZA DELLE CONCESSIONI
E LE REGOLE PER LA LORO ASSEGNAZIONE.

La lotta tra poteri dello Stato penalizza sempre chi lavora e opera per lo sviluppo generale, come gli imprenditori della nautica da diporto. Siamo di fronte a una crisi che si poteva arginare attraverso una riforma delle istituzioni per facilitare, con opportune misure, il governo del Paese, facilitare e non disperdere in mille sedi separate e tra loro incomunicanti, i processi decisionali della politica. Purtroppo, di quel progetto di riforma non se ne fece nulla, per settarismo politico o interessi contingenti di potere, e ne stiamo pagando le conseguenze. Da troppi anni stiamo parlando a vanvera di riforme istituzionali. Anche adesso che chi deve governare deve dare risposte, si appella alla inefficienza della macchina dello Stato per giustificare la sua mancanza di idee e di competenza. La campagna elettorale è terminata il 25 settembre 2022. Ci aspettiamo una visione di futuro e atti concreti. L’industria e il turismo nautico sono una vera opportunità di sviluppo, speriamo venga compreso.

(Non farsi illusioni – Barchemagazine.com – Febbraio 2023)