Siamo bombardati da parole noiose, pronunciate da politici inadeguati che, invece di risolvere i problemi con provvedimenti legislativi, si limitano a farne l’elenco
by Francesco Michienzi
Quando ascolto i politici, nei finti dibattiti televisivi, il mio stato d’animo è attraversato da una noia infinita. Sento parole che non sono dettate dall’interesse per il nostro benessere di cittadini orfani da decenni di persone che avevano realmente a cuore lo stato della nazione. Ascoltarle ha in me la conseguente assenza di emozioni e una profonda apatia. Invece di soluzioni, dobbiamo sentire un elenco di problemi, come in un disco rotto che gira a vuoto, che altri avrebbero dovuto risolvere. Si passano intere settimane a parlare del destino di un orso, di utero in affitto, di adozioni da parte di coppie dello stesso sesso o di carcere duro. Un modo per buttare la palla in tribuna, come si usa dire con gergo calcistico. Per carità, tutte cose meritevoli di attenzione. Sarebbe molto più interessante però capire quale idea di paese hanno i politici italiani. Dove pensano di portarci nei prossimi decenni. L’incompetenza e le parole ostili, intrise di livore, e il cattivismo imperante sembrano il tratto distintivo della lotta politica. Elementi che si insinuano nella popolazione che assorbe inconsapevole una cultura di conflitto permanente.

SAREBBE MOLTO PIÙ INTERESSANTE CAPIRE QUALE IDEA DI PAESE
HANNO I POLITICI ITALIANI.
Nel nostro piccolo ci occupiamo di temi legati allo svago e al piacere della vita, ma anche di industria e di tutto quello che riguarda la costruzione di una barca, compresi gli aspetti economici e di occupazione di migliaia di lavoratori. Ci occupiamo anche di portualità e di turismo nautico. Forse mi è sfuggito, ma non ho visto piani concreti sullo sviluppo di questi ambiti. Molto più semplice partecipare alle inaugurazioni di fiere che attirano una vasta audience, dove i discorsi che sento parlano di difendere il Made in Italy, di attenzione verso il bello che i nostri imprenditori costruiscono ed esportano in tutto il mondo. Parole noiose, sempre le stesse, ripetute a macchinetta senza vere risposte ai problemi dei vari settori che crescono e si sviluppano con le proprie forze, e che se fossero accompagnati da provvedimenti legislativi adeguati, diventerebbero una solida garanzia per il benessere delle future generazioni. Sempre a proposito di noia, ho pensato alla Design Week di Milano, dove ho colto una certa omologazione nell’offerta di prodotti che coprono ogni ambito dell’abitare. Mi è sembrato che i designer avessero tutti un pensiero comune, probabilmente dettato dalla paura di non incontrare i gusti del mercato.

MI SAREBBE PIACIUTO INCONTRARE TUTTI INSIEME I DIECI ARMATORI
DI QUELLE BARCHE TUTTE DIVERSE TRA LORO PER CHIEDERE
IL PERCHÉ DELLE LORO SCELTE.
Nella nautica questa tendenza al conformismo e all’omologazione è fortunatamente meno marcata, se non addirittura assente. Recentemente, mi sono soffermato a guardare una decina di barche ormeggiate in un porto, una a fianco all’altra, e la cosa che mi ha fatto riflettere maggiormente era che, pur svolgendo tutte la medesima funzione, erano tutte diverse. Si trattava di barche costruite nell’ultimo decennio. Alcune più affusolate ed eleganti, altre sgraziate e tozze, colorate o bianche, dislocanti o plananti, lente o veloci. Mi sarebbe piaciuto incontrare tutti insieme i dieci armatori di quegli yacht per chiedere il perché delle loro scelte. Erano imbarcazioni che conosco benissimo, la maggior parte ho anche avuto il piacere di provarle, vederle tutte insieme mi ha suscitato un sentimento opposto alla noia. Mi sono sentito un privilegiato che lavora in un mondo particolarmente ricco di stimoli e di situazioni molto differenti tra loro.
Anche il tema della sostenibilità, così come viene dibattuto, genera una noia particolare. Un’ossessione che sta avvolgendo tutti e che fa dimenticare che i guasti prodotti dall’inquinamento mondiale sono, per l’80 per cento, il risultato dell’attività delle prime cento multinazionali. Il tema della green economy viene strumentalizzato proprio da coloro che hanno le vere responsabilità dei danni ambientali. La realtà è molto diversa da quella colpevolizzazione dei cittadini su cui insiste il bombardamento mediatico. Si inquina perché si va a lavorare con la propria auto, si è responsabili del disboscamento perché si mangiano bistecche, si è colpevoli perché navigando si distrugge l’ecosistema marino. È giusto che ogni persona, nel suo piccolo, agisca per il bene comune con comportamenti corretti, ma sono i legislatori che devono agire con intelligenza.
(Noia asfissiante – Barchemagazine.com – Giugno 2023)