Manhattan 68, l’essenza del navigare

Comfort e prestazioni. Le soluzioni, dalla carena alle linee esterne, fino agli allestimenti degli interni, sono piene di dettagli per rendere piacevole la navigazione e la vita a bordo

by Niccolò Volpati

NEL FILM MANHATTAN DEL 1979, WOODY ALLEN SI INTERROGA SU QUALI SIANO LE COSE PER CUI VALE LA PENA VIVERE. Inizia così un suo personalissimo elenco che comprende Groucho Marx, Joe DiMaggio, Louis Armstrong, l’educazione sentimentale di Flaubert e molte altre cose ancora. Non cita nulla che abbia a che fare con la nautica, ma il Manhattan 68 di Sunseeker c’entra lo stesso perché mai nome fu più appropriato per uno yacht. È l’essenza del navigare confortevole e, forse, anche questa è una delle ragioni per cui vale la pena vivere. Per ottenere questo risultato servono due elementi che spesso confliggono tra loro: i volumi e le doti marine della carena. A volte la sintesi necessaria tra queste due caratteristiche richiede una soluzione di compromesso. La sensazione che si prova a bordo del Manhattan 68, invece, è quella di averle ben presenti entrambe. Partiamo dalle doti marine.

Le linee d’acqua sono disegnate da Ewen Foster e la trasmissione è in linea d’asse con due semi tunnel per le eliche. Si potrebbe pensare, viste le dimensioni in lunghezza e in altezza, che sia una trasmissione poco maneggevole. E invece non è così. La barca vira, anche stretta, senza perdere quasi niente in velocità. La risposta al timone è molto pronta. È sufficiente correggere la rotta di pochi gradi affinché la prua se ne accorga e si posizioni lì dove volete che vada. Inoltre, non è “nervosa”, né troppo sensibile. La rotta è stabile, si può navigare quasi senza toccare il volante, tanto è precisa nel mantenere la direzione. Alla buona sensazione contribuisce anche la visibilità e l’ergonomia del volante e delle manette.

Osservandola dall’esterno si ha la sensazione che le vetrate non siano così numerose, mentre quando ci si trova a bordo l’effetto è opposto. Il design è riuscito a coniugare queste tendenze.
Manhattan 68

La postazione di guida interna beneficia delle vetrate a 360° e di un parabrezza che, anche lateralmente, non pone ostacoli. Il divanetto per il pilota e il copilota è comodo e alla giusta distanza dalla plancia. All’interno si ha la sensazione di essere in un clima ovattato. Non si percepisce nemmeno la velocità, quasi non ci si accorge di superare i 30 nodi. Per rendermene conto devo guardare il display della plancia. Probabilmente dipende da un’erogazione della potenza molto regolare.

Manhattan 68

In sala macchine ci sono due Man con 8 cilindri a V e 1.200 cavalli ciascuno. Quando si affonda la manetta, l’accelerazione è notevole, ma graduale. In undici secondi sono in planata, non pochi, soprattutto se consideriamo che siamo a bordo di uno yacht che misura più di 21 metri e che, oltre alla zona notte e al ponte principale, ha l’area living del fly. È un vero e proprio ponte dato che arriva fino a coprire tutto il pozzetto. Non a caso il dislocamento arriva a circa 38 tonnellate. Tanto volume, tanta altezza sopra la linea di galleggiamento e il peso conseguente: se si tirano le somme di questi elementi, il risultato dovrebbe essere quello di una barca non esattamente agile. Invece, è proprio il contrario.

Manhattan 68
La sensazione in navigazione è ottima. È facile mantenere la rotta, ma anche virare stretto. Si va veloci arrivando a 32 nodi, quasi senza accorgersene.

Per quanto riguarda le velocità, lavorando con i flap siamo arrivati a 32,4 nodi con un consumo litri per miglio che passa da circa 10 a 15 nelle andature di crociera. La linea d’asse comunque non è l’unica trasmissione possibile. Il cantiere offre anche la possibilità di motorizzare il Manhattan 68 con due Ips 1350 di Volvo. In ogni caso, i Man con il joystick mi hanno convinto sia in navigazione, sia durante le fasi d’ormeggio. Non si sente la necessità di passare ai pod. E anche questa è una dote “marina” decisamente sorprendente per uno yacht di questi volumi.

Living, prendisole e zona pranzo: tra fly, pozzetto e area di prua, le superfici per il comfort all’aperto non mancano.

Nella descrizione dei volumi, vale la pena iniziare con le superfici calpestabili. La coperta ha un pozzetto relativamente tradizionale che si caratterizza per il lungo fly che arriva fino a poppa e lo ricopre completamente. Un’altra area relax è stata ricavata a prua, dove si trova sia il prendisole riparato da una cappottina a scomparsa, sia delle sedute nel living. I passavanti laterali sono sufficientemente larghi per essere percorsi in sicurezza e a questa contribuiscono anche i tanti tientibene e una battagliola molto alta. Analogamente, il fly offre spazio per divanetti e prendisole. Inoltre, verso poppa l’arredo contempla delle chaise longue che contribuiscono a dare la sensazione di trovarsi su un terrazzo vista mare. Tutta l’area è protetta dal bimini con soft top che verso poppa si estende con un ulteriore tendalino. Qui si trova anche la seconda postazione di guida, utile soprattutto in fase di ormeggio.

La cabina armatoriale ha un ingresso separato rispetto alle altre cabine per gli ospiti. Questa soluzione accentua la privacy a bordo.

Tanta privacy per armatore e ospiti. L’area notte è divisa tra zona di prua per gli ospiti e centro barca per l’armatore.

Sottocoperta, nell’area notte, la soluzione che si fa più apprezzare è la ricerca della privacy. La cabina armatoriale si trova a centro barca e gode di un accesso indipendente. Le altre cabine, quella Vip e quelle ospiti, invece, sono state collocate a prua. Infine, c’è una cabina doppia per l’equipaggio a poppa. L’altra caratteristica apprezzabile è la luminosità. Le tante vetrate del ponte principale, con la possibilità di creare uno spazio unico tra dinette e pozzetto, disegnano un’area living molto confortevole e caratterizzano anche la linea esterna della barca.

Manhattan 68
Manhattan 68
La carena, con i semi tunnel per le trasmissioni in linea d’asse, garantisce ottime performance. Il Manhattan 68 è agile in manovra, ma capace anche di mantenere la rotta quasi come se avesse sempre l’autopilota inserito.
Manhattan 68

Engine room
Tante opzioni: una coppia di propulsori Man da 1.200 cavalli o due da 1.000 e, per chi lo desidera, gli IPS di Volvo al posto della trasmissione in linea d’asse.

SUNSEEKER
Poole, UK
www.sunseeker.com

Dealer
Sunseeker Italy
Porto Turistico, 52
I-16033 Lavagna (GE)
T. +39 0185 305317
[email protected]
www.sunseeker-italy.com

PROGETTO: Ewen Foster e Design & Technology Center Sunseeker

SCAFO: Lunghezza fuori tutto 21,10m • Larghezza 5,26m • Pescaggio 1,60m • Dislocamento 37.400 kg • Serbatoio carburante 4.000 l • Serbatoio acqua 900 l

MOTORE: 2xMan V8-1200 • Potenza 882 kW (1.200 cv) • 8 cilindri a V 90° • Cilindrata 16,16 l • Regime di rotazione 2300 giri/minuto • Peso a secco 1.875 kg

CERTIFICAZIONE CE: CAT B

PREZZO: 1.922.000 €, Iva esclusa (Agosto 2021)

(Manhattan 68, l’essenza del navigare – Barchemagazine.com – Agosto 2021)