Luca Dini Design&Architecture, far convivere gli opposti

Luca Dini ci racconta un pezzo della sua storia di progettista. Oggi, nel suo studio, oltre 50 persone trasformano lungimiranti idee in ambiziosi progetti

by Francesco Michienzi

Luca Dini con il suo lavoro non vuole imporre uno stile, ma crearne uno sempre nuovo e diverso, unico. Determinato, ambizioso e dal sarcasmo pungente, fondatore del suo studio, è la mente che nel tempo è riuscita a creare un mondo in cui anche le cose più distanti possono convivere: estetica e funzionalità, eleganza e innovazione, terra e mare. La sua visione ha stravolto consolidati modi di pensare e di agire, lasciando segni indelebili nel mondo del Design Nautico e dell’Architettura, prendendo il meglio dall’uno e portandolo nell’altro senza soluzione di continuità.

Luca Dini, c’è una corrente di pensiero comune che influenza i progettisti di barche? Credo che come pensiero comune ci sia sicuramente quello di creare un oggetto che possa in qualche modo influenzare il futuro del design nautico, quindi c’è sempre una ricerca di un qualcosa di diverso. Talvolta è una questione di ego in maniera che si rimanga in qualche modo, attraverso questo oggetto, riconoscibili e subito riconducibili allo studio e al progettista; altre volte è proprio la volontà di lanciare anche una linea nuova. Spesso, ciò che accomuna me con altri miei colleghi è proprio il rompere certi schemi che si sono creati nel tempo.

Nell’approccio a un nuovo progetto, qual è il punto di partenza? Io credo che qui ci siano diverse correnti da questo punto di vista. Per quanto mi riguarda, dipende anche dal cliente che ho davanti. Tante volte siamo partiti ispirandoci ad altri mondi, dall’architettura in genere al car design, agli aerei, a tante cose… dipende, ripeto, anche dalla committenza che hai di fronte e dall’obiettivo da raggiungere. Di sicuro il nostro è un punto di partenza che è sempre ancora un disegno fatto a mano, cosa ormai rara, ma io gelosamente mantengo proprio un reparto con tre persone che hanno questa facoltà, hanno un dono che è quello del disegno a mano, e con loro iniziamo a buttare giù qualcosa su un foglio bianco. Chiaramente poi il tutto viene passato al computer, ma il nostro approccio è sicuramente il disegno a mano, l’idea che si trasmette alla mano e alla matita.

Come gestisce i rapporti con i cantieri committenti e con gli armatori? Le capita spesso di dovere rinunciare a qualche sua buona idea per ragioni di mediazione? Noi, per scelta o per caso, ancora non l’ho capito, ci troviamo a lavorare spesso con cantieri privati o con cantieri che fanno numeri piccoli. Non abbiamo mai lavorato per i grandi gruppi, ma principalmente lavoriamo per clienti privati o cantieri che hanno un’impostazione meno “industriale”. Perché ci piace così, perché mi annoiano le cose ripetitive, quindi mi piace avere sempre sfide nuove e buttare giù idee ogni volta, con la finalità di creare qualcosa di diverso. È capitato sicuramente di mediare per mille motivi, tra i quali il budget o solo pratici. Tante volte le idee possono essere innovative, ma difficilmente attuabili. Quindi la capacità di un designer deve essere quella di trovare una soluzione che riunisca l’estetica alla praticità di quello che stiamo pensando e creando. Per cui sì, abbiamo mediato, ma ci siamo anche rifiutati di farlo quando non c’era una ragione valida. Se non vedo una ragione valida di trovare una mediazione, cerco di proteggere l’idea fino in fondo.

WiderCat 92

IL WIDERCAT 92 DI 28,04 METRI È STATO PROGETTATO IN COLLABORAZIONE CON IL CANTIERE WIDER. IL PROFILO LATERALE NON RICORDA UN CATAMARANO, BENSÌ UNO YACHT TRADIZIONALE, MA CARATTERIZZATO DA LINEE SPORTIVE.

WiderCat 92
A bordo del WiderCat 92 troviamo quattro cabine per otto ospiti più quattro membri dell’equipaggio. Le aree esterne come il beach club di 67 metri quadrati possono essere ampliate anche attraverso l’uso di balconi ribaltabili, con piattaforme aggiuntive per il nuoto che offrono accesso diretto all’acqua e al beach club dalle cabine.

Il WiderCat è un progetto molto interessante, c’è un elemento su tutti che lo rende speciale? L’idea è stata quella di creare il catamarano che solitamente era, fino a qualche tempo fa, una cosa appannaggio dei velisti, e visto come un andar per mare un po’ da hippie. Questa volta abbiamo voluto creare una specie di yacht su un catamarano. Al di là di essere assolutamente ecosostenibile, e quindi elettrico, c’è proprio la ricerca di trovare un oggetto bello. Abbiamo cercato di dare un’impostazione un po’ da yacht sportivo per questo modo diverso di andare per mare.

Lei ha disegnato barche di tutti i tipi, ce n’è una a cui è particolarmente legato? Noi abbiamo fatto quasi 100 barche che ora galleggiano, e devo dire che pochissime sono ripetitive. Tutte hanno una storia, tutte hanno qualcosa da raccontare di particolare perché spesso e volentieri sono frutto di uno sforzo di almeno due anni se non tre, con clienti e molte volte famiglie. Certo, quello a cui sono molto riconoscente è Sea Force One, l’Admiral di 54m, che ormai è una barca datata, ma che ancora fa parlare di sé. Diciamo che questa mi ha aiutato ad aprirmi nel mondo dell’architettura in genere, anche al residenziale, sembra assurdo ma è così. Infatti, da 5 anni a questa parte, il nostro ufficio è dotato anche del ramo architettura. Adesso i nostri progetti sono per il 50% architettura, e l’altro 50% design nautico. Entrambi assolutamente con grandi soddisfazioni che ci hanno portato ad essere l’undicesimo studio in Italia per importanza.

Heesen Project Gemini 55M
L’uso innovativo del vetro e degli specchi amplifica gli spazi e offre molta luce naturale e viste panoramiche. Il top dello stile e dell’artigianato italiano si combinano con gli eccezionali standard di ingegneria di Heesen per creare un design completamente nuovo e unico, con essenze di legni pregiati, vetri decorati e pietre naturali, soffitti rivestiti in tessuto e porte in pelle.

PROJECT GEMINI, ATTUALMENTE
IN COSTRUZIONE, SEGNA LA PRIMA COLLABORAZIONE CON IL CANTIERE OLANDESE HEESEN CHE OGGI
È ARRIVATA A BEN CINQUE SUPERYACHT DA 55 E 50 METRI IN SOLI 3 ANNI DI COOPERAZIONE. LO STUDIO
HA PROGETTATO GLI INTERNI
CON UN APPROCCIO ELEGANTE
E RAFFINATO.

I nuovi materiali come hanno condizionato o facilitato il suo lavoro? Tantissimo. Quando mi sono affacciato a questo mondo, alla fine del 1987, i materiali erano pochissimi e tutti molto pesanti. Oggi riusciamo a fare cose incredibili, sia per forme, sia per peso, anche proprio per la varietà che abbiamo. I nuovi materiali hanno aiutato tantissimo soprattutto i nostri interior designer, perché sono continuamente stimolati ed è un bellissimo lavoro. Il décor all’interno di uno yacht oggi ha veramente un’importanza fondamentale.

Nella scelta di uno yacht quanto conta il design? Qui è molto semplice. Io credo sia fondamentale. Per esempio, oggi una super car viene scelta al 99% per la linea, non certo per gli interni. Poi se è comoda ed elegante dentro, certo, ha un suo valore, ma è sempre relativo. La barca viene comprata perché è un oggetto bello, all’esterno e all’interno.

Rossinavi 50M LEL

LE FORME FLUIDE
E LA SILHOUETTE SONO ARMONIZZATE DA CARATTERISTICHE LINEE ORIZZONTALI
E SONO PRESENTI SU ENTRAMBI I DUE PONTI E SULLO SCAFO, COSTRUITO IN ALLUMINIO COME LA SOVRASTRUTTURA.

Rossinavi 50M LEL
Lanciata nel 2020, LEL è la prima collaborazione tra il cantiere viareggino Rossinavi e lo studio. Questo progetto risolve il conflitto secolare tra le linee tipiche e sportive dello yacht design italiano e la richiesta del cliente di avere spazi abitativi più ampi e confortevoli. Si pone l’obiettivo di rispettare il limite sempre più fondamentale di 500 GT, ottenendo allo stesso tempo un design esterno attraente.

Storicamente lei non ha mai amato gli arredi free standing, qual è la sua posizione oggi? Non è che non ho amato i free standing, anzi, non ho amato quegli interni che non avevano personalità. Oggi il free standing aiuta moltissimo, perché effettivamente l’immagine di un ambiente può essere cambiata totalmente grazie anche alla sostituzione degli arredi. E questo in una barca di 30 anni fa era praticamente impossibile. Quindi il mobile, la base del divano, il comodino, il letto era sempre lo stesso disegno che si ripeteva. Oggi no. Se un armatore dopo qualche anno si stanca del suo interno, cambiando il free standing, e qualche tessuto ha una barca nuova. Quindi, ben vengano i free standing, soprattutto nell’outdoor. No però a quei rivestimenti interni, a quel modo di approcciare l’interno dimenticandosi totalmente di dover andare per mare e di essere a bordo di uno yacht.

Tankoa T55 Sportiva

T55 SPORTIVA È IL PRIMO MODELLO DELLA NUOVA LINEA SPORTIVA DISEGNATA DALLO STUDIO PER TANKOA. DALLA NATURA DINAMICA,
HA CARATTERISTICHE DISTINTIVE QUALI IL GRANDE POZZETTO
CHE AFFACCIA SUL MARE E SCENDE DAL PONTE PRINCIPALE A POPPA.

Tankoa T55 Sportiva
Il T55 Sportiva è dotato di una piscina immersa nel ponte di poppa a terrazze e di un comodo accesso alla zona termale, sul ponte inferiore, completa di palestra e sauna, oltre a un garage con accesso laterale per i water toys. La suite armatoriale ha una vasca idromassaggio. Ha la disponibilità per un equipaggiamento a propulsione ibrida con una velocità massima di 16,5 nodi.

Come immagina la barca tra dieci anni? Sicuramente molto più ecologica di quello che è oggi, ma non sarà certo un numero di barche che cambierà la storia della sostenibilità nel mondo, perché il numero delle barche non è paragonabile a quello delle automobili. Tra dieci anni mi aspetto di girare purtroppo solo con auto elettriche. Sicuramente anche per le barche si andrà in quella direzione. Inoltre me la immagino sempre più collegata all’esterno, quindi la tendenza sarà quella di aprire, dare luminosità e avere più collegamento con l’ambiente esterno, la vedo sempre più comoda. Per quanto riguarda le barche sportive sarà molto dura da qui in avanti, soprattutto per i consumi.

Ha sempre l’entusiasmo e la curiosità per il suo lavoro rispetto agli inizi della carriera? Questo si ricollega a quello che ho detto prima. La scelta di lavorare sui piccoli numeri e, da buon fiorentino, la conoscenza dell’artigianato, mi porta ad essere un po’ l’artigiano della nautica. Piccoli pezzi, piccoli numeri, clienti privati per piccole compagnie a cui piace creare l’oggetto unico senza fare grosse ripetizioni. È questo che porta curiosità ed entusiasmo. Anche il rapporto con i cantieri è fondamentale in questo. Cito, ad esempio, Codecasa, che è famoso per il tipo di attenzione che mette nelle costruzioni e che ci dà modo di mantenere alta l’attenzione a tutti i particolari. Oltre a me, lo studio è composto da persone molto giovani che hanno voglia di fare e alle quali la curiosità non manca. È un bel mix, che ho voluto fortissimamente per poter trasmettere l’esperienza a giovani che vogliono esplorare. Credo sia anche questa una chiave di un certo successo.

Columbus 50M K2

LE LINEE ESTERNE DEL COLUMBUS SONO SPORTIVE E DECISE, IN SINTONIA CON GLI SPAZI INTERNI CONFORTEVOLI, IDEALI PER LA CONVIVIALITÀ DELLE ATTIVITÀ DIURNE. K2 HA UNO SPAZIO PER 11 OSPITI IN CINQUE CABINE E PER 11 MEMBRI DI EQUIPAGGIO IN SETTE CABINE.

Columbus 50M K2
Primo esemplare della serie di superyacht Columbus Sport disegnata dallo studio, ispirato alle linee delle supercar e pensato per un armatore elegante ed esigente, ma anche sportivo e viaggiatore. Incarna due anime distinte che le consentono di essere una barca assolutamente performante in termini di velocità massima, senza rinunciare a comfort e autonomia.

C’è un aneddoto tra i tanti che vogliamo ricordare? Aneddoti ce ne sono migliaia, nella mia carriera ne ho viste di cotte e di crude. Forse potrei ricordare la prima volta che ho avuto a che fare con una barca veramente importante, un 50 metri costruito per il proprietario di Gap Banana Republic a Los Angeles. Io non avevo mai costruito niente di così grande ed ero davvero agli inizi della mia carriera. Lo incontrai a Milano, mi propose di pagarmi con il suo orologio e alla fine mi chiese un passaggio per tornare in hotel non sapendo che io ero arrivato con la mia Fiat 500. Quando la vide, lui impazzì dal ridere e da lì siamo diventati non solo cliente e designer, ma anche amici. Vedere quest’uomo abituato ad aerei privati, Rolls Royce, salire su una vecchia 500 appartenuta alla mia famiglia dagli anni ’60, è stato strano, ma ha creato un’amicizia che resiste ancora dopo 25 anni ed è veramente di grande stima reciproca. Da quel momento, ripeto, è partita una cosa meravigliosa che mi ha dato la possibilità di entrare nel mondo delle barche importanti.

Tra gli aspetti negativi ci sono anche i fallimenti di cantieri storici per i quali lavorava, cosa le è rimasto di quelle esperienze dolorose? Quello per il quale mi sono più dispiaciuto è stato il fallimento di Admiral, dei cantieri navali di Lavagna. Questo perché, oltre ad essere clienti, i proprietari erano e sono tuttora amici. Auguro loro di poter tornare presto ai livelli di maggior successo. Ogni volta che noi disegniamo una barca diventiamo partner di questi imprenditori, lavoriamo insieme a loro, gioiamo e piangiamo con loro. Perciò, quando qualcosa non funziona, fa male anche a noi. Quello che possiamo fare noi come designer è aiutarli a riprendersi e a fargli vedere di nuovo la luce.

Cantieri Navali Codecasa Gentleman’s Yacht 24m

GENTLEMAN’S YACHT È PERFETTO PER CHI VUOLE TRASCORRERE MOMENTI DI QUALITÀ CIRCONDATO SOLO DALLA FAMIGLIA SU UNO YACHT SENZA TEMPO. IL TENDER COMPLETAMENTE PERSONALIZZATO SI TROVA SUL PONTE PRINCIPALE CREANDO UNO STRAORDINARIO SPAZIO ABITATIVO APERTO.

Cantieri Navali Codecasa Gentleman’s Yacht 24m
Uno yacht di 24 metri, attualmente in costruzione, realizzato completamente in alluminio, che coniuga armoniosamente linee ed estro vintage degli anni ‘60 con soluzioni esclusive e tecnologicamente avanzate. Linee esterne, disposizione interna e interior design sono il risultato di un equilibrio perfetto tra comfort e sostenibilità, con un’attenzione particolare al beach club e allo stile e all’eleganza dell’epoca.

C’è qualcosa che le piacerebbe fosse differente nel mondo nautico?
Sì, vorrei che ci fosse meno spocchia, meno arroganza. Questo è un mondo che sembra tutto lustrini, soldi e facilità. Ci sono persone molto per bene, ma ce ne sono altre che si affacciano allo yachting solo per donne e champagne. Questa cosa a me fa ridere e fa anche tristezza da un certo punto di vista perché sicuramente è parte del nostro mondo, ma è una conseguenza, non può essere un punto di arrivo. Questo è un messaggio che, quando sono invitato a raccontare la mia esperienza, cerco di trasmettere, perché vedo che i ragazzi in generale sono molto attirati dalla pagina sul giornale, dalla fotografia, dai vari saloni nautici. Quella è tutta una conseguenza, se uno lavora con cervello e passione tutto arriva e niente è gratuito. Vorrei che questo atteggiamento fosse differente e che ci fosse un po’ di più di attenzione al prodotto. Si cerca sempre di fare i numeri tralasciando l’attenzione al dettaglio e al prodotto. Queste sono le cose che mi rattristano di questo mondo, ma che rimane un mondo assolutamente unico e affascinante.

(Luca Dini Design&Architecture, far convivere gli opposti – Barchemagazine.com – Giugno 2022)