L’intelligenza artificiale è destinata a diventare sempre più imprevedibile e in alcuni casi inspiegabile e incomprensibile, sia per il grande pubblico sia per gli esperti. Avrà anche un impatto sull’industria nautica. Serve una riflessione ampia
by Francesco Michienzi
Nelle sue previsioni sul futuro, lo scrittore P.W. Singer afferma una cosa semplice. Dice che per gli anni futuri dovremmo concentrarci meno sul timore di una “rivolta” dei robot, preoccuparci di più sull’inizio di una rivoluzione pacifica e proficua. «Stiamo entrando in una rivoluzione industriale simile all’ascesa del motore a vapore e delle fabbriche», ha spiegato Singer. «Un’ondata di automazione e intelligenza artificiale sta colpendo tutti i settori della società, applicati ovunque, dalla fattoria alla casa, al campo di battaglia. Ci saranno incredibili miglioramenti in termini di efficienza e percorsi che gli umani non avrebbero mai potuto fare da soli».
Singer ha detto che la gente ha già dimenticato i traumi inflitti dalla precedente rivoluzione industriale, ma stiamo già assistendo alla rottura di posti di lavoro e ruoli, all’alterazione delle politiche di voto, alla nascita di nuove questioni legali ed etiche, e nuove politiche e ideologie. «L’ultima rivoluzione industriale ha portato tutto, dalla nostra concezione del capitalismo moderno, alle ideologie del socialismo, del comunismo e del fascismo, che abbiamo trascorso scuotendo i prossimi secoli», ha detto Singer. Chiaro che le previsioni sul futuro dei prossimi anni lasceranno probabilmente da parte trasformazioni sottili, ma profonde nel tessuto emotivo e sociale del mondo.

COSA CI PROMETTE IL FUTURO? LE SFIDE CHE CI ASPETTANO SONO COMPLESSE E RISCHIAMO DI NON SAPERLE AFFRONTARE. IL PRESENTE
È STATO COMPLICATO DA SITUAZIONI CHE ABBIAMO AFFRONTATO
AL MEGLIO DELLE NOSTRE POSSIBILITÀ, MA CI SIAMO COMUNQUE
FATTI TROVARE IMPREPARATI.
Ma quale sarà il futuro dell’industria nautica nel medio e lungo periodo? Assisteremo a un cambio di abitudini dei diportisti così come li conosciamo oggi? Oppure i cambiamenti saranno così graduali che sembreranno impercettibili? Cosa è successo negli ultimi anni di significativo nel mondo delle barche?
Le domande potrebbero essere ancora molte, ma limitiamoci a queste. Io immagino che l’industria nautica si dividerà in due tronconi. Uno sarà sempre di più condizionato da logiche finanziarie, interessato a sviluppare le aziende a dimensioni importanti tali da essere in grado di gestire un mercato mondiale, multiforme con esigenze molto diverse tra loro. Qui sarà importante la velocità di risposta ai cambi di scenario, al mutare dei gusti e all’evoluzione stessa delle abitudini di nuovi e vecchi armatori. Il secondo troncone riguarderà la continua nascita di nuovi cantieri che entrano nel nostro settore con un’idea poco chiara di questo business e che immaginano che basti avere un progetto di barca, magari differente da ciò che propone il mercato, per pensare di avere successo. Strutture industriali relativamente grandi, pochi dipendenti, molti subappalti, filiera dei fornitori multiforme e struttura commerciale ridotta ai minimi termini. Parallelo un po’ grossolano fatto giusto per delineare alcuni parametri. Bisogna riconoscere che un cantiere di dimensioni relative ha anche dei vantaggi in termini di customizzazione del prodotto e di cura artigianale dei suoi manufatti, ma non sempre a un lavoro eccellente viene riconosciuto il giusto valore economico. Dal punto di vista delle forme delle imbarcazioni, abbiamo visto poche evoluzioni nell’architettura navale della carena, sostanzialmente simili da oltre 50 anni.

«NELL’INDUSTRIA NAUTICA ITALIANA OGNI ANELLO È ESSENZIALE ALLA CATENA, OGNUNO È PORTATORE DI VALORE PER IL NOSTRO SETTORE. SIAMO IMPEGNATI SU TUTTI I FRONTI, IN ATTIVITÀ DI SOSTEGNO A TUTTI I SEGMENTI DEL COMPARTO, IMPRESE GRANDI E PICCOLE».
SAVERIO CECCHI, CHAIRMAN OF CONFINDUSTRIA NAUTICA
La vera novità è rappresentata dall’affermarsi dei catamarani, più stabili, più efficienti anche con potenze propulsive più ridotte. Gli altri elementi di innovazione sono rappresentati dall’uso ormai imprescindibile dello stabilizzatore giroscopico, che può essere paragonato al servosterzo automobilistico. Chi comprerebbe oggi una vettura che ne fosse sprovvista? Immagino nessuno. E dalla propulsione con elica traente che ha reso la navigazione più semplice, confortevole e con consumi ridotti. Altre novità importanti sono arrivate dallo sviluppo degli apparati elettronici. Per quanto riguarda i sistemi ibridi, che sono indubbiamente un elemento di sviluppo tecnologico degli ultimi anni, mi riservo un approfondimento maggiore prossimamente. Personalmente ritengo che siano solo un elemento di transizione verso qualcosa che deve essere ancora inventato. Nella vela si è lavorato molto sui foil, ma siamo nel campo delle competizioni sportive che poco incideranno sulle barche da diporto. Quanto ci aiuterà in questo percorso l’intelligenza artificiale non è dato di sapere. Per ora ci limitiamo a contrastare l’ignoranza naturale che anche nella nautica si manifesta con un certo vigore.
L’intelligenza artificiale – Barchemagazine.com – Settembre 2023)