Una barca di 15 anni può diventare un’altra senza cambiare stile. È quello che è successo a Magreg’s, un Pershing 54’ completamente ristrutturato da Cmm Yacht service. Abbiamo incontrato l’armatore per scoprire il perché di questa scelta e vedere con i nostri occhi che cosa è stato fatto
pensieri e parole raccolti da Silvia Montagna – foto di Andrea Muscatello
Sa tutto di occhiali e di meccanica di precisione Rinaldo Montalban, presidente di Visottica, azienda che opera nel settore dell’ottica specializzata, ma anche di barche, considerato che negli anni ’60, piccolissimo, ha cominciato a navigare su imbarcazioni diverse per almeno quattro mesi all’anno, da maggio a settembre.
Ci accoglie in una giornata estiva a bordo del suo Pershing 54’ appena consegnato al porto di Lignano Sabbiadoro (UD) con un sorriso soddisfatto e un atteggiamento amichevole. È lui l’armatore di questo motoryacht di 16 metri e di 15 anni, che non nasconde lo stile inconfondibile del cantiere di Mondolfo ma che, a colpo d’occhio, sembra nuovo, a partire dalla livrea all’ultimo grido, bianco perlato. Ci accomodiamo in pozzetto e iniziamo una piacevole chiacchierata curiosando sulla vita in barca del suo proprietario e della sua famiglia con la quale, principalmente, ama navigare.
Come è nata la sua esperienza da armatore?
Vado per mare da quando avevo cinque anni con mio padre: gli ho fatto da marinaio fino ai 22/23 anni quando ho voluto una barca da gestirmi e su cui fare tutto da solo, per cui mi sono fatto costruire uno Zaniboni 23 con due motori e tutte le attrezzature complete, da trainare con il carrello.
Perché 15 anni fa ha scelto questo Pershing 54’ e non l’ha più cambiato?
Perché sognavo di farmi una barca come volevo io. Ero amico dei fratelli Ferretti e con Alessandro avevamo deciso di fare una imbarcazione open, invece Norberto mi ha consigliato di andare da Pershing, un cantiere che allora non conoscevo nemmeno. Era il 1996. Loro sono stati molto disponibili perché mi hanno dato carta bianca. Ho messo in cantiere un mio collaboratore che seguisse tutti i lavori e poi con mia moglie, architetto, abbiamo cominciato a modificare la barca.
Una volta che è stato messo in acqua, il Pershing 54’ non ci ha mai dato un problema e abbiamo girato tutto il Mediterraneo con base a Lignano.
Come ama navigare? Ha delle mete specifiche?
Una volta giravamo molto, poi i tempi sono cambiati perché abbiamo preso casa a Capri e abbiamo spostato la nostra base lì. La usiamo come motoscafo, ogni anno facciamo una crociera e normalmente andiamo alle Baleari.
Mi descriverebbe la sua “giornata tipo” in barca?
Ci si sveglia presto la mattina, si va a camminare, si corre, si fa il bagno con qualche immersione. Vita di mare pura. Poi si rientra, si mangia spesso a bordo. Stiamo in rada il più possibile quando siamo su questa costa.
Secondo lei quale è il valore aggiunto di una vacanza in barca rispetto a quella più tradizionale?
Innanzi tutto godere la famiglia e i ragazzi, soprattutto quando sono piccoli. Quando si hanno dei bambini è il modo migliore per averli vicino.
Non considera quindi l’andar per mare una fuga dalla realtà, ma rimane sempre circondato dalle sue abitudini, dai suoi affetti?
Senz’altro. Noi consideriamo innanzi tutto la barca per quello che è, non una casa. Qui si fa la vita di bordo. Anche per questo mi piace proprio questa, perché ha dimensioni contenute ed è semplice e gestibile. Non mi interessa avere la cabina armatoriale a centro barca con tutti i comfort di casa.
Ha un marinaio a bordo?
Sì, stagionale, con possibilità di mandarlo via però…
Ha un aneddoto particolare da raccontarci che ha vissuto in barca?
Ne ho passati talmente tanti che è difficile ricordarsene uno in particolare. Su questo Pershing ho dormito per parecchio tempo dal giovedì alla domenica, prima di avere la casa a Capri. Posso raccontare di quando avevo deciso di andare in Turchia dalla Grecia, ed era luglio. Allora avevo un marinaio molto bravo che mi disse che non ci saremmo mai arrivati a causa del mare forte. Io invece mi ero impuntato e gli dissi che in Turchia ci saremmo arrivati, considerato che avevo un appuntamento con gli amici. Siamo arrivati fino a Serifos e da lì, alle cinque del mattino, in rotta per Miconos. Il marinaio mi disse che sarebbe stato molto improbabile arrivare il giorno dopo. Io però, mentre dormiva, ho messo in moto e sono partito. Mia moglie era sottocoperta che riposava (quando c’è mare ha un po’ paura) così come i miei figli. A un certo punto mi rendevo conto di non farcela e ho messo la poppa al mare e sono arrivato a Idra. Quando la mia famiglia si è risvegliata mi ha chiesto dove fossimo, io risposi: «Siamo a Miconos!». Ovviamente hanno capito subito che non era vero. Insomma il marinaio aveva ragione e quella volta abbiamo preso talmente tanto mare che siamo partiti in quattro in business class al 16 di luglio su un volo Atene-Londra, che era l’unica destinazione possibile per lasciare la Grecia perché non ce la facevamo più.
Come è stato l’incontro con Cmm Yacht service?
Mi sono avvicinato a Cmm perché loro hanno lavorato da giovani su questa barca e so che è una struttura molto seria e affidabile, soprattutto sui Pershing. Sono venuti a vedere l’imbarcazione l’estate scorsa. L’idea iniziale era di mantenere il suo colore originale, bianco e blu, ma poi abbiamo deciso di cambiarle la livrea. Sicuramente per la parte tecnica hanno fatto un lavoro meraviglioso.
Lei si è affidato ciecamente o si è interessato ai lavori?
Ho dovuto affidarmi perché quest’anno sono stato molto impegnato per lavoro. Forse la mia presenza avrebbe accelerato i tempi di consegna, ma devo dire che tutto è stato fatto bene. Ho scelto solo colore e tappezzerie.
Per quanti altri anni avrà questa barca?
Chi lo sa? L’unica cosa che so è che non vorrei prenderne una più grande.
Come la utilizza? A lei piace andare veloce?
Noi navighiamo sui 26/27 nodi di crociera, con punte di 30, a seconda del mare. Quello che mi piace di questa barca è che è a misura d’uomo, di famiglia.
Cmm Yacht service
Nasce a Senigallia (AN) nel 2004 per volontà di Matteo Cervasi e negli anni si specializza nell’assistenza tecnica e nella manutenzione ordinaria e straordinaria di yacht dai 12 ai 40 metri. L’attuale area comprende 12.000 mq, di cui circa 500 destinati a uffici e showroom e il resto a rimessaggio, refitting e service. Cmm ha ricevuto il riconoscimento di Master service point Pershing e Itama; inoltre è Service Point dei cantieri Riva, Mochi e Custom Line. I servizi dell’azienda includono: assistenza, rimessaggio, refitting (carrozzeria, falegnameria, elettrotecnica, illuminotecnica, climatizzazione, idraulica, meccanica, oleodinamica, ricambi, tappezzeria, pulizia e igienizzazione), trasferimenti e trasporti, equipaggio, noleggio, charter, brokerage.
Il refitting. Che cosa è stato fatto al Pershing 54. Risponde il titolare di Cmm Yacht service, Matteo Cervasi
Perché avete deciso di cambiare il “vestito”?
Eravamo partiti con l’idea di fare un piccolo refitting dell’imbarcazione, poi, giocando con l’armatore, gli ho proposto di cambiare colore. E da lì abbiamo trovato il connubio tra il bianco perlato e il silver.
Quali sono stati gli altri interventi?
Tutta la carrozzeria è stata completamente rimessa a nuovo, così come la parte di coperta degli acciai, in quanto è stata smontata e portata in lucidatura e riassemblata. La sala macchine è stata smembrata e rifatta da capo, compresi i motori, gli invertitori e tutte le parti più tecniche insieme ai gruppi pompe e alla componente idraulica. Dove non abbiamo messo mano è all’interno della barca, il mobilio.
Sono molti interventi… gli impianti erano fuori uso?
No, ma quando si fa un lavoro così importante, lo si deve fare tutto, senza limitarsi soltanto al fattore estetico. È comunque un oggetto che va per mare e la sicurezza è quella che incide più dell’occhio.
Quali sono stati i tempi?
La barca è arrivata da noi a ottobre 2010, avrebbe potuto essere pronta anche a marzo, ma per riportarla in condizioni perfette serve tempo: per questo la lavorazione è durata più del previsto.
E questa “nuova” barca che caratteristiche ha?
Senz’altro sembra ringiovanita di 20 anni ma a livello funzionale è la stessa, non è stata cambiata nelle sue caratteristiche di navigazione.
Perché conviene fare un intervento così completo su una barca di 15 anni con dei costi, immagino, molto elevati, piuttosto che comprarne una nuova?
I costi sono stati elevati, ma il lavoro che è stato fatto porterà i suoi frutti nel tempo, nella durata. Optare per una soluzione del genere lo si deve a un valore solamente affettivo.
Quali sono state le sue soddisfazioni maggiori?
Il risultato finale sicuramente. Un non tecnico magari può anche non notare la differenza, eppure c’è.
(L’armatore e la sua barca, una questione di stile e di… misure – Barchemagazine.com – Novembre 2011)