Comfort, spazi, buone doti in navigazione anche con mare formato e tanta autonomia. L’ultimo modello a motore del cantiere francese è fatto per navigare a lungo
by Niccolò Volpati – photo by Nicolas Claris
IL MARE FUORI DALLA DIGA FORANEA DEL PORTO DI BARCELLONA È PIUTTOSTO AGITATO. L’onda, incrociata, misura quasi un metro. Anche il vento, seppur non eccessivo, arriva a quindici nodi, che, sotto raffica, diventano venti. Una condizione sufficientemente impegnativa per testare le doti di un catamarano a motore.

Buona sensazione in navigazione, anche con mare formato, soprattutto se ci si accontenta di andature di crociera tranquille. Ottima anche la maneggevolezza e la visibilità dal fly.
Ammettiamolo, i multiscafi hanno un handicap: soffrono rollio e beccheggio quando il mare è formato. Sono molto stabili, soprattutto alla fonda, ma se c’è onda e stanno navigando, i due scafi complicano le cose. Rispetto a una navetta dislocante monoscafo, per esempio, hanno certamente più difficoltà a fendere le onde, in particolare se sono incrociate. Ed è proprio questa la condizione che ho trovato a Barcellona durante il test.
Lagoon Sixty 7 ha dimensioni mastodontiche. La lunghezza fuori tutto supera i venti metri e il baglio massimo è di dieci. Colpisce anche la larghezza dei passavanti che misura ben 120 cm. Tiro fuori il metro e misuro la distanza dalla fine del pozzetto alla battagliola del passavanti che è addirittura 220 cm.

La sensazione di spazi ampi è ancor più evidente dal fly. La sovrastruttura, infatti, copre per intero l’area del pozzetto sottostante, ma non quella dei passavanti laterali. Da lì in cima, se si guarda in basso, si ha ancor di più la sensazione di grandezza.
Tutto questo è un bene per il comfort a bordo, ma con il mare formato? Tra i tredici e i quattordici nodi la navigazione è molto tranquilla. Niente salti particolari. Gli spruzzi delle onde che arrivano in coperta ci confermano che, nonostante la sensazione di navigazione confortevole, il mare è ben agitato. Nella zona prodiera dei due scafi, per esempio, ogni volta che si salta sull’onda, arrivano gli spruzzi che bagnano completamente il living. Anche sul parabrezza della dinette arrivano delle belle secchiate d’acqua e il vento contribuisce a far arrivare gli spruzzi perfino in pozzetto. Nonostante ciò, la navigazione è piacevole. Diverso è quando si accelera. Alla massima, che abbiamo raggiunto a 20,6 nodi, la sensazione che abbiamo provato sull’onda incrociata di un metro non era così gradevole anche se la barca è sempre sicura.

«Il Sixty 7 rappresenta l’eleganza della ragione. Un’eleganza che trova il suo fondamento nella purezza delle linee. Questo genere di bellezza presenta felici contraddizioni: immensa e contenuta, proiettata verso l’Essere evitando l’Apparire». Patrick le Quément
Lagoon Sixty 7 è fatta per navigare a lungo. Lo si deduce anche dalla capacità dei serbatoi del carburante che arrivano a ben 5.500 litri. E se ci si accontenta di un’andatura di crociera, senza cioè spingere la manetta a tutto gas, è in grado di farlo anche quando il mare è formato. Non teme quindi il confronto con una navetta e rispetto a una dislocante ha una velocità maggiore. Al minimo di planata, o comunque a regimi medi, i consumi sono sorprendenti. A 15 nodi ci vogliono 135 litri/ora totali e a 13,5 nodi ne servono meno di 100. Questi numeri ci dicono che l’autonomia supera tranquillamente le 700 miglia. Se si naviga a dieci nodi, invece, questa sale addirittura a 1.800 miglia sufficienti per navigare in lungo e in largo per il Mediterraneo e oltre. Quello che si apprezza durante la navigazione è anche la maneggevolezza.

«Gli interni del Sixty 7 sono l’ultima tappa di un’evoluzione contraddistinta da spazi aperti e continui che collegano perfettamente gli interni agli esterni ed offrono una vista straordinaria sulla bellezza circostante». Massimo Gino
La timoneria elettroidraulica è progettata dal cantiere. È molto ben calibrata. La barca vira piuttosto stretto, ma senza eccessi. Nonostante sia un catamarano, si ha la sensazione di muoversi con agilità, sia quando si naviga a velocità sostenuta, sia in manovra ai bassi regimi. Il timone, inoltre, ha un effetto sicurezza perché ogni volta che si vira, se si lasciano le mani dal volante, tende a riportare in fretta la barra al centro. Insomma, nessuna manovra è possibile senza avere ben salde le mani sul volante. E questo è un sollievo quando si deve manovrare un catamarano che misura dieci metri di baglio.
Tanti i layout interni disponibili che permettono di passare da una versione più armatoriale con otto posti letto, fino a una indicata per il charter con dodici cuccette.
Oltre alle doti di navigazione, ci sono quelle derivanti dallo spazio a bordo. I layout degli interni sono molteplici. La versione che abbiamo testato era quella più armatoriale e le dimensioni della cabina padronale sono impossibili da non notare. Si trova sullo scafo di dritta e, partendo da poppa, arriva quasi all’estrema prua. Quasi, perché a prua c’è un’altra cabina ospiti. Dalla cabina armatoriale, inoltre, si può accedere direttamente alla piattaforma bagno di poppa, con la sensazione di avere una terrazza a pelo d’acqua. I metri quadri a disposizione dell’armatore assomigliano più a quelli di un attico piuttosto che di un’imbarcazione.
«La fluidità tra gli spazi interni ed esterni preserva l’intimità e i momenti di convivialità. Abbiamo considerato ogni momento della vita di bordo, in famiglia o con gli amici, in modo che ad ognuno corrisponda un luogo, un’atmosfera». Marc Van Peteghem

Sullo scafo di sinistra, invece, oltre ad altro spazio per gli ospiti, la zona poppiera è occupata dalla cucina che si trova in un ambiente completamente separato. Della grande dinette, si può apprezzare, oltre al volume, anche l’accesso diretto all’area living esterna di prua. Ci si arriva senza dover percorrere i passavanti laterali. Gli spostamenti a bordo sono agevoli non solo perché i camminamenti sono ampi, ma anche perché, un po’ ovunque si trova un tientibene a cui aggrapparsi. L’unica cosa che non mi ha convinto molto è che non ci sia un gavone dedicato per le cime d’ormeggio vicino alle bitte di poppa e ai winch di tonneggio. Quando si è ormeggiati in porto, si deve lasciare l’avanzo di cima sul piano di calpestio, ma, forse, lo spazio per un vano apposta si sarebbe potuto trovare.

Engine room
In sala macchine c’è una coppia di Yanmar da 440 cv. Si tratta di una potenza molto equilibrata. Spinge il giusto, senza consumi eccessivi.
Lagoon
162 quai de Brazza CS 81217
F-33072 Bordeaux Cedex, Francia
T. +33 (0)557 809280
[email protected]
www.cata-lagoon.com
PROGETTO: VPLP Design (naval architecture) • Patrick le Quément (exterior design) • Nauta Design (interior design)
SCAFO: Lunghezza fuori tutto 20,15m • Baglio massimo 10,00m • Pescaggio 1,90m • Dislocamento a secco 48.300 kg • Serbatoi acqua 1.000 l •Serbatoi carburante 5.500 l • Posti letto da 8 a 12
MOTORE: 2xYanmar 6LY440 • Potenza 324 kW (440 cv) • 6 cilindri in linea • Cilindrata 5,8 l • Alesaggio per corsa 106mm x 110mm • Regime di rotazione 3300 giri/min • Peso a secco 585 kg
CERTIFICAZIONE CE: CAT A per 14 persone • CAT B per 18 persone • CAT C per 24 persone • CAT D per 40 persone
(Lagoon Sixty 7, equilibrio perfetto – Barchemagazine.com – Settembre 2020)