Lagoon 51, space extralarge

Con quindici metri di lunghezza e più di otto di larghezza i volumi non mancano, né in coperta, né negli interni, né sul fly. Ma il nuovo catamarano del cantiere francese è capace di buone prestazioni sottovela. Anche con poca aria

by Niccolò Volpati – photo by ®Gilles Martin-Raget and Nicolas Claris

Lo spazio come ossessione. I designer di interni e di coperta, soprattutto quando lavorano per cantieri che producono in serie, hanno questa richiesta pressante. L’equazione è presto fatta: spazio uguale comfort, comfort uguale crociera. Il team che ha lavorato su Lagoon 51 è molto rodato, è lo stesso che ha progettato tutti gli ultimi modelli del cantiere, sia a vela, sia a motore. Si tratta di VPLP Design per l’architettura navale, Patrick le Quément per gli spazi esterni e Nauta per gli interni. Il lavoro è per forza di gruppo. Nessuno può limitarsi al proprio compito senza confrontarsi con gli altri, perché ogni decisione implica uno scombussolamento nella parte progettuale dell’altro studio. E, per il Lagoon 51, mi sembra evidente che ci sia stata molta collaborazione.

Non ci sono solo spazi abbondanti e sfruttati razionalmente, ma anche grande facilità di muoversi a bordo, perfino quando gli ospiti sono tanti.

Partiamo dall’alto, cioè dal fly, una delle aree forse meglio riuscite. Non era scontato perché, spesso, sui catamarani a vela si trovano soluzioni poco convincenti. Il fly è molto in alto e ha un solo timone al centro che permette al timoniere un’ottima visibilità. Sia verso prua, sia lateralmente, da quella posizione si ha tutto sotto controllo. Solamente l’estrema poppa rimane cieca, ma è inevitabile. Inoltre, il timone non è stato collocato troppo a prua, perché la parte prodiera del fly rimane esterna alle manovre ed è occupata da due prendisole. Ottima soluzione, dato che si ricava uno spazio per il relax, senza sacrificare le manovre e senza ostacolare la vista al timoniere. Ma sul fly non c’è solo questo. Verso poppa  trova spazio un divanetto a L con al centro un tavolo che, se ribassato, trasforma tutta la zona in un ampio prendisole. Completano l’opera gli schienali abbattibili, che servono per il timoniere oppure per chi vuole godere del prendisole.

Tanti layout possibili per soddisfare esigenze diverse, dal charter all’armatore. Molto elevata la qualità delle finiture.

Le manovre sono tutte a portata di mano. Il timoniere da solo è in grado di condurre il catamarano senza ostacolarsi con gli ospiti. I winch sono elettrici e c’è anche un comando elettrico, sempre vicino alla ruota, che permette di regolare il trasto che rimane all’esterno dell’area living e cioè all’estrema poppa del fly. Gli spazi sono quindi stati sfruttati al meglio. Quale sarebbe l’unico inconveniente? Un fly così in alto, in genere, sacrifica la superficie velica della randa. Il boma, infatti, è sopra l’hard top in modo da garantire una piena abitabilità a chi frequenta il fly. Sul Lagoon 51, invece, l’albero passante è stato spostato leggermente a prua, in questo modo il boma è più lungo e di conseguenza è maggiore la tela della randa. Si arriva a 97 m2 nella versione standard steccata e addirittura a 100 m2 per quella optional. Un hard top rigido, come quello scelto per il Lagoon 51, offre molta protezione, ma il pericolo è che non si vedano bene le vele, in particolare la randa. Anche questa volta i progettisti hanno trovato una valida soluzione.

Sull’hard top sono state previste due vetrate che permettono al timoniere di vedere la randa senza muoversi dalla sua postazione. È ideale non solo per la regolazione, ma anche per quando la si issa o la si ammaina. In coperta, oltre ai volumi, la cosa che ho più apprezzato è la facilità di movimento. La si trova in pozzetto, lungo i passavanti laterali che non sono solo ampi, ma anche sgombri, dato che le sartie sono fissate alle fiancate e persino a prua. Questa zona è stata attrezzata come se fosse una sorta di secondo pozzetto, nel senso che è arredata con due chaise longue un divanetto lineare che le unisce. In pratica si tratta di un’area living rivolta a prua. L’altra caratteristica che si fa apprezzare in coperta è la spiaggetta abbattibile a poppa che diventa una terrazza a pelo d’acqua.

LA RUMOROSITÀ NELLA CABINA ARMATORE È MOLTO BASSA. SI AVVERTIVA DI PIÙ IL RUMORE DELL’ACQUA SULLO SCAFO PIUTTOSTO CHE QUELLA DEI MOTORI IN FUNZIONE.

Analoga razionalità è stata utilizzata per il layout degli interni curato da Nauta. Il salone centrale, ovviamente, offre molto spazio, ma non si percepiscono sprechi. Lo spazio ha una vista a 360° grazie alle vetrate che lo circondano. Oltre ai divanetti, alle sedute e alla cucina che si affaccia in pozzetto, c’è spazio anche per una zona carteggio. Nei due scafi si trova l’area notte con molteplici soluzioni. Si passa da quella più armatoriale che destina per intero lo scafo di dritta all’armatore con cabina matrimoniale, bagno con box doccia separato, cabina armadio e vanity, mentre lo scafo di sinistra ospita tre cabine matrimoniali e due bagni, fino alla versione da charter con ben sei cabine e quattro bagni.

I DUE YANMAR DA 80 CAVALLI CON PIEDE SAILDRIVE GARANTISCONO UN’ANDATURA DI CROCIERA TRA OTTO E OTTO NODI E MEZZO.

Esiste anche un layout con quattro cabine e quattro bagni, ubicati tradizionalmente due a prua e due a poppa. Tutta questa abbondanza, di solito, ha come conseguenza delle prestazioni non esattamente esaltanti. E le condizioni di Sanremo non sembrano facilitare le cose: poco vento, massimo cinque nodi, undici persone a bordo, serbatoio dell’acqua pieno e quello del carburante al 50%. Insomma, oltre alle quasi venti tonnellate del Lagoon 51 abbiamo un carico notevole. Confesso che mi aspettavo di testare solo i due motori Yanmar da 80 cavalli ciascuno con saildrive e invece lo skipper, appena uscito dalla diga foranea, ha srotolato il genoa e issato la randa.

MOLTO MANEGGEVOLE IN MANOVRA. PER RIENTRARE IN PORTO, NONOSTANTE DOVESSIMO RAGGIUNGERE UN ORMEGGIO ANGUSTO, NON C’È STATO NEMMENO BISOGNO DI AZIONARE L’ELICA DI PRUA.

L’attenzione dei progettisti sul piano velico ha dato i suoi frutti. Nonostante un’intensità del vento reale tra 4,6 e 5,3 nodi, Lagoon 51 è arrivato perfino a 4,7 nodi di velocità, mentre eravamo al traverso. Mi ha sorpreso piacevolmente anche la capacità di stringere la bolina. Sono arrivato a un angolo di 45°, ma sono abituato a catamarani che non riescono a stringere quasi per niente e se provi a scendere sotto i 60° si piantano. Non è il nostro caso visto che a 45°, con poco più di 5 nodi d’aria navigavamo a quattro nodi e mezzo. Si tratta ovviamente di un catamarano da crociera, ma, se regolati bene, anche con pochissima aria, i 150 m2 di vele fanno il loro lavoro. Anche al timone la sensazione è positiva. Lagoon 51prende facilmente il suo passo e quando l’ha trovato, lo mantiene senza problemi.

LAGOON
162 quai de Brazza, CS 81217
F-33072 Bordeaux Cedex, Francia
T. +33 (0)557 809280
[email protected]
www.cata-lagoon.com

PROGETTO
VPLP Design (naval architecture), Patrick le Quément (exterior design) e Nauta Design (interior design)

SCAFO
Lunghezza f.t. 15,35m • Baglio massimo 8,10m • Pescaggio 1,38m • Dislocamento 19.914 kg • Serbatoi acqua 830 l • Serbatoi carburante 1.040 l • Sup. velica 150 m2 • Randa 97 m2 • Genoa 54 m2 • Code 0 101 m2 • Posti letto da 6 a 14 (incluso equipaggio)

MOTORE
2xYanmar 4JH80 • Potenza 58,8 kW (80 cv) • 4 cilindri • Cilindrata 2,0 l • Alesaggio per corsa 84mm x 90mm • Regime di rotazione massimo 3200 giri/minuto • Peso a secco 229 kg • Trasmissione saildrive

CERTIFICAZIONE CE
CAT A

PREZZO
1.363.793€, Iva esclusa (Ottobre 2022)

(Lagoon 51, space extralarge – Barchemagazine.com – Ottobre 2022)