Lagoon 46, performante e confortevole. Una cosa non esclude necessariamente l’altra. La ricerca di questo compromesso è il faro dell’evoluzione dei catamarani Lagoon
by Niccolò Volpati – photo by Nicolas Claris
Comfort o performance? Mi immagino product manager e designer assaliti da un dubbio amletico. In mano, niente teschi, magari un modellino 3D del nuovo Lagoon 46. Per la verità, il ciclo produttivo del cantiere, per questo come per tutti i precedenti modelli, prevede un prototipo, tre barche di serie e poi, se tutto va bene, la produzione vera e propria. Le tre barche e il prototipo servono per testare al meglio la barca e correggere eventuali errori prima di iniziare la produzione in serie.
Quando sono andato a La Rochelle per provare il nuovo 46, eravamo esattamente nella fase di studio. Quello su cui sono salito era uno dei primi tre catamarani, la presentazione ufficiale del nuovo nato in casa Lagoon era invece prevista durante il Boot di Düsseldorf.
Per il dubbio amletico ho la possibilità di interpellare direttamente Vincent Lauriot Prévost, uno dei due architetti titolari di VPLP Design che ha lavorato a questo progetto. Mi spiega che hanno cercato un compromesso tra le due cose. Lo spazio non manca e Massimo Gino e Mario Pedol di Nauta Design lo hanno sfruttato al meglio, sia nella versione charter, con quattro cabine identiche, sia in quella armatoriale dove, uno dei due scafi è interamente destinato al proprietario e le cabine scendono così a tre.
Per le prestazioni, la scelta è ricaduta in un arretramento del piano velico così da garantire un angolo migliore di bolina. Albero arretrato verso poppa, non passante, così non si spreca spazio internamente e un genoa autovirante di ben 50 m2per dare spinta, ma anche per stringere il vento. Il boma non è lunghissimo e così ne nasce una randa da 87 m2.
Però, quando molliamo gli ormeggi l’aria è decisamente poca e al genoa preferiamo il Code 0. La cosa incredibile di La Rochelle, oltre alla distesa di barche a vela ormeggiate in porto, è che, nonostante la giornata autunnale, la pioggia decisamente intensa e i soli 5 nodi d’aria, in mare non siamo i soli. Forse non è considerata una delle giornate migliori per fare due bordi, ma da queste parti danno proprio l’impressione di non rinunciare praticamente mai a navigare.
Salendo a bordo, Martina Torrini di Lagoon mi descrive le scelte fatte per il layout. Come accennato prima, l’albero non è passante, o meglio c’è ma occupa meno spazio. Lagoon ha infatti creato una struttura meno ingombrante che comunque lo sostiene all’interno del catamarano. E l’allestimento è stato studiato apposta per evitare che il sostegno dell’albero risulti d’intralcio. Le sedute intorno al tavolo della dinette, infatti, finiscono proprio al suo fianco.
L’aria è poca e non c’è nulla da fare. Anche allontanandosi dal porto rimane tra i sei e i sette nodi. A bordo siamo in undici, quindi non proprio un equipaggio ridotto. Nonostante tutto ciò le performance sotto vela sono di tutto rispetto. Più o meno a qualsiasi andatura riusciamo a navigare a una velocità inferiore di un nodo rispetto al vento reale.
Al timone il Lagoon 46 è docile e si sente l’arretramento del piano velico verso poppa perché ha la tendenza ad orzare. La sensazione è ottima, anche perché tutto si trova sul fly e la postazione del timoniere è centrale. La visibilità, sia verso prua, sia ai lati, è sempre eccellente. Verso poppa, soprattutto in manovra ci si dovrà far assistere o da un altro membro dell’equipaggio o da una telecamera posteriore.
I winch sono tutti a portata di mano e il trasto di randa corre sul lato di poppa con il sistema di regolazione di Harken, anche questo volto alla semplicità di utilizzo, perché basta un pulsante per spostare il paranco. Tutto facile e mai impegnativo. Certo, dovremmo vederlo all’opera con tanto vento, ma la sensazione è che ce ne voglia davvero tanto per metterlo in crisi.
E la bolina? Nonostante la poca aria, riusciamo a stringere un angolo di 45°. Se poi ci si accontenta di 50°, la velocità è leggermente superiore, in linea con le altre andature più larghe. A motore non è da meno, anche in virtù di due propulsori da 57 cv, mentre la dotazione standard prevede una coppia da 45 cv. In crociera si superano agevolmente gli otto nodi e anche ai bassi regimi la velocità è notevole perché, a 1800 giri/minuto, il Gps indica sei nodi e mezzo. L’autonomia è pressoché infinita dato che ci sono due serbatoi da 520 litri ciascuno. Ottima la loro disposizione visto che quelli dell’acqua sono molto distanti trovandosi a prua.
Quello che mi ha colpito della navigazione a motore del Lagoon 46 è il pochissimo rumore. Nella cabina armatoriale, a otto nodi di velocità, i decibel erano solo 56 e alla massima, ovvero 8,6 nodi, il rumore saliva a 61 dbA. Un valore bassissimo. Era maggiore il rumore prodotto dalla scia che colpisce i due scafi del catamarano. E non mi riferisco alla scia di un mare formato, ma a quella prodotta dalla barca in movimento con mare calmo.
LAGOON 46
PROGETTO: VPLP Design (naval architecture), Patrick le Quément (exterior design) e Nauta Design (interior design)
SCAFO: Lunghezza fuori tutto 13,99m • Baglio massimo 7,96m • Pescaggio 1,30m • Dislocamento 16.600 kg • Serbatoi acqua 600 l • Serbatoi carburante 1.040 l • Serbatoi acque nere 240 l • Sup. velica totale 140,10 m2 • Sup. velica randa 87 m2 • Sup.velica genoa 50,5m2 • Sup. velica Code 0 110 m2
MOTORE: 2×57 cv Yanmar 4JH57 • Potenza 41,9 kW (57 cv) • 4 cilindri in linea • Cilindrata 2,19 l • Alesaggio per corsa 88mm x 90mm • Regime di rotazione massimo 3000 giri/minuto • Saildrive con eliche a pale abbattibili
CERTIFICAZIONE CE: CAT A per 12 persone, CAT B per 14 persone, CAT C per 20 persone, CAT D per 30 persone
PREZZO 433.000 € per la versione 3 cabine.
LAGOON
162 quai de Brazza,
Bordeaux Cedex, Francia
T. +33 (0)557 809280
[email protected]
www.cata-lagoon.com
(Essere o non essere… il Lagoon 46 risolve il problema – Barchemagazine.com – Gennaio 2019)