Eccellenti doti marine, ottime prestazioni e cura nei dettagli. Questa creazione di Christian Grande è davvero molto interessante. Con due motori Volvo Penta Ips 650 supera i 30 nodi di velocità massima
by Niccolò Volpati – photo by Andrea Muscatello
C’è un elemento a bordo di TT460 determinante: il parabrezza. Impossibile non notarlo, è la prima cosa che salta agli occhi anche a distanza di molti metri. È determinante per l’aspetto estetico, ma anche per quello funzionale. L’estetica è questione di gusti: a me è piaciuto. Le linee sono in continuità con la tuga, in questo modo il vetro e il relativo T-Top rappresentano una sorta di naturale prolungamento della tuga. E, nonostante sia “ingombrante”, nel senso che si fa notare, non appesantisce la struttura.
Le fiancate sono molto alte rispetto alla superficie dell’acqua, nascondendo così la tuga piuttosto pronunciata che serve per conferire più volumi sottocoperta. Ma non è solo l’estetica che si fa apprezzare. Christian Grande, secondo me, rappresenta al meglio estetica e funzionalità. E il parabrezza di questo nuovo modello è solo una delle tante dimostrazioni. Regala una protezione totale e contribuisce a dare una sensazione di sicurezza in navigazione perché non si avverte la velocità. Non a caso, nella parte centrale, sopra il vetro del parabrezza, è stato collocato uno sportello apribile che ha il compito di far passare un po’ d’aria.
La sovrastruttura è talmente ermetica, infatti, che serve far circolare l’aria a centro scafo, soprattutto quando si è fermi in rada. La sensazione positiva al timone non deriva solo dalla protezione offerta da parabrezza e T-Top, ma anche dalla quasi totale assenza di vibrazioni. Il rumore c’è, i motori non sono silenziosissimi e forse si poteva fare meglio in termini di insonorizzazione della sala macchine, ma quello che non si avverte per nulla sono le vibrazioni. Mai, a nessuna andatura, nemmeno saltando sulle onde di scia delle imbarcazioni in transito. Una costruzione all’insegna della solidità, della robustezza e della sicurezza in navigazione. Ecco l’essenza del design: forma e sostanza, estetica e funzionalità. La maneggevolezza non è in discussione, a poppa ci sono i due Ips di Volvo che garantiscono un’ottima capacità di manovra. La sensazione, però, è che non sia mai eccessiva.
Si vira stretto, ma mai in modo “nervoso” o eccessivo. La barca è maneggevole e sicura allo stesso tempo, le linee d’acqua della carena consentono la convivenza di queste due qualità. La sensazione è analoga quando attraverso le onde di scia. Lo scafo è piuttosto massiccio, nel senso buono del termine, e sull’onda sembra comportarsi come una rompighiaccio: ci sale sopra e la spezza. Il TT460 non dà l’idea di poter soffrire il mare formato, ma nemmeno di perdere agilità. La tanta protezione offerta dal parabrezza ha un’unica controindicazione ed è la visibilità.
Non quella verso prua, perché la vetrata è un pezzo unico senza montanti e ostacoli alla visuale, ma piuttosto di lato. Qui i montanti in vetroresina e in inox per sorreggere parabrezza e T-Top senza che ci sia la minima vibrazione sono consistenti, e quindi la vista è, per forza di cose, un po’ limitata. Gli Ips sono il modello 650 con i motori D6 da 480 cv ciascuno, e mi sembra una giusta potenza. Anche le prestazioni sono all’insegna dell’equilibrio. La barca è divertente e reattiva, per planare sono bastati sette secondi e alla massima velocità il Gps segnava 31,3 nodi.
La barca non è certo piccola, ma la sensazione è che Christian Grande non avesse nessuna voglia di sprecare centimetri. Ha ottimizzato volumi e allestimenti per ottenere il massimo del comfort e dell’abitabilità. Si percepisce che ogni elemento e la sua ubicazione è frutto di uno studio e non collocato un po’ a caso.
I consumi sono piuttosto contenuti. Al minimo di planata, con meno di diciassette nodi di velocità, servono 90 litri/ora totali, mentre alla massima di 31 nodi ce ne vogliono 182. A venti nodi bastano 100 litri e a 25 circa 140. Valori decisamente contenuti, soprattutto perché è una barca di 14,27 metri fuori tutto per 4,43 di baglio e quasi quindici tonnellate di dislocamento a secco.
La bontà delle linee d’acqua della carena è confermata dal valore dei litri per miglio: da 11 nodi di velocità con 2000 giri/motore fino a 31,3 nodi e 3550 giri, i litri per miglio passano da 5,3 a 5,8. Il consumo è praticamente costante a qualsiasi andatura, perfino per quelle precedenti alla planata. E quando il consumo è così costante, significa che la carena lavora bene a qualsiasi velocità.
In coperta, allestimento, design e soluzioni sono tipicamente Invictus. I prendisole sono due, uno a prua sulla tuga e l’altro a poppa verso la piattaforma bagno. Ce ne sarebbe già abbastanza, ma con poca fatica se ne può ottenere addirittura un terzo. In pozzetto, infatti, ci sono due divanetti trasformabili e i due tavolini poggiano su un’asta telescopica. Se la si abbassa fino al livello dei divanetti e si aggiungono i cuscini, anche il pozzetto diventa un’area prendisole. Tra prua, poppa e pozzetto, praticamente tutta la superficie calpestabile della coperta è prendisole. Nonostante ciò, il progettista ha pensato a come garantire la possibilità di muoversi a bordo. I passavanti laterali sono sempre ampi e agevoli e, per spostarsi da una fiancata all’altra del pozzetto, è stato ricavato una sorta di corridoio tra le sedute pilota e copiloti e il mobiletto bar. In sostanza, di solito il mobile bar è collocato adiacente agli schienali dei seggiolini, ma non è così sul TT460 che invece lo posiziona mezzo metro più a poppa, lasciando in questo modo un comodo passaggio per spostarsi da dritta a sinistra e viceversa.
L’altra soluzione che coniuga estetica e funzionalità è quella del tientibene. Christian Grande l’ha già adottata su altri modelli del cantiere e la ripropone anche per questo. Il tientibene è ovunque, dall’estrema prua fino alla piattaforma di poppa, e non vicino alla spiaggetta, ma proprio sui lati di questa superficie. Il vantaggio è che in qualsiasi punto della barca ci si trovi, perfino se si è appena usciti dall’acqua, si ha sempre un appiglio a cui aggrapparsi, ma dall’esterno non si vede perché corre all’interno delle fiancate. L’allestimento degli interni è coerente con tutto il resto della barca. Stessa filosofia. Le scelte che ho apprezzato di più sono un unico bagno grande con un box doccia separato e l’abitabilità nelle due cabine, in quella di prua, ma anche in quella di poppa, nonostante si trovi sotto il pozzetto. In questo locale, inoltre, le cuccette sono larghe un metro e sono quindi decisamente confortevoli. Non mancano poi armadi e stipiti per una crociera all’insegna del comfort per quattro persone.
Engine room
Due Ips e 960 cv in tutto rappresentano la motorizzazione giusta: né troppo, né troppo poca. I consumi sono molto contenuti e le prestazioni più che sufficienti. A poppa, anche grazie alle trasmissioni Ips che occupano poco spazio, c’è un garage per un tender di due metri e mezzo di lunghezza.
INVICTUS YACHT (ASCHENEZ)
Via Donnici, 28
I-88021 Borgia (CZ)
T. +39 0961 020388
[email protected]
www.invictusyacht.com
PROGETTO
Christian Grande
SCAFO
Lunghezza f.t. 14,27m • Larghezza massima 4,43m • Dislocamento 14.800 kg • Serbatoio carburante 1.300 l • Serbatoio acqua 330 l
MOTORE
2x Volvo Penta D6 Ips 650 • Potenza 353 kW (480 cv) • 6 cilindri • Cilindrata 5,5 l • Rapporto di riduzione 1,85:1 • Regime di rotazione massimo 3700 giri/minuto • Peso 920 kg
CERTIFICAZIONE CE
CAT B – 14 persone
PREZZO
753.000 €, Iva esclusa con 2 x Volvo Penta Ips 650 (Aprile 2022)
(Invictus TT460, beyond the design – Barchemagazine.com – Aprile 2022)