Fountaine Pajot Aura 51, l’elettrico è sempre più smart

Il catamarano di Fountaine Pajot diventa full electric grazie a un sistema di idrogenerazione integrato

by Niccolò Volpati

Aura 51 ha fatto la sua comparsa poco più di un anno fa, ma è un progetto in divenire. È un catamarano in trasformazione, una sorta di laboratorio per sperimentare, migliorarsi e arrivare così all’obiettivo dello zero emissioni. Il primo motore di questo catamarano, ovviamente, sono le vele e fin qui tutto bene, nel senso che rimane pur sempre il miglior modo di navigare senza inquinare. Non sempre però il disegno dello scafo assicura un’ottima performance a vela.

Il progetto di questo multiscafo di 15 metri di lunghezza di Fountaine Pajot, è realizzato per andare a vela. Quando issi la randa e srotoli il genoa non ha bisogno di tanto vento per muoversi. Il comfort in crociera dato dagli ampi spazi, sempre realizzati per non rinunciare alle performance. Sembra banale, ma non lo è poi tanto.

Più si naviga a vela, più miglia si percorrono senza necessità di accendere il propulsore. E poi c’è la navigazione a motore e, soprattutto, l’energia che si consuma per i servizi quando si è ormeggiati in rada. La soluzione di Fountaine Pajot è quella di un motore elettrico che sfrutta anche i pannelli solari che si trovano lungo tutto il perimetro del fly e, soprattutto, un innovativo sistema di idrogenerazione.

Gli idrogeneratori non sono una novità, ma quelli visti finora rappresentavano quasi un paliativo, più che una soluzione. Spesso si trattava di piccoli impianti che venivano immersi in acqua quando ci si trovava ormeggiati in rada. La corrente e la risacca, muovevano l’elica collocata in fondo all’asta generando così energia pulita. Ne generavano poca e non a caso non hanno riscosso un enorme successo. Il sistema del cantiere francese è invece differente. Consente di sfruttare la stessa elica della propulsione e lo fa quando si naviga a vela. È un sistema integrato, non si deve aggiungere o immergere nulla. Quando si naviga con il vento, l’elica del saildrive ricarica le batterie. Ci vuole il suo tempo, perché per una ricarica completa servono 48 ore, ma è comunque un modo di produrre una quantità di energia pulita molto più efficiente di quello che si è visto finora.

Per ottimizzare il risultato, alla tecnologia va sommata la responsabilità dell’armatore. Se si accende l’aria condizionata per molte ore, anche quando non è strettamente necessario, è ovvio che pannelli solari e idrogeneratore non bastano. Ed è quello che spesso vediamo nelle rade. Barche ibride, che quindi si fregiano di una propulsione meno inquinante, ma che durante le soste accendono così tanti generatori che basterebbero per i consumi di un intero quartiere. Ridurre i consumi, utilizzare i servizi responsabilmente e aumentare la quantità di energia che deriva da fonti rinnovabili. Questa è la rotta scelta da Fountaine Pajot. Una rotta che mi sembra coerente con l’obiettivo della sostenibilità, non solo a parole, ma anche nei fatti.

Aura 51 – La scheda tecnica

Lunghezza f.t. 15,54 m – Baglio massimo 8,08 m – Dislocamento 18.100 kg – Pescaggio 1,32 m – Serbatoio carburante 900 l – Serbatoio acqua 900 l – Progetto Berret-Racoupeau Yacht Design

(Fountaine Pajot Aura 51, l’elettrico è sempre più smart – Barchemagazine.com – Gennaio 2023)