Nel 2021 la Foresti & Suardi ha compiuto 60 anni. Un percorso ricco di storia e buoni valori che hanno portato l’azienda di Predore a diventare un modello del made in Italy
by Francesca Ciancio – photo by Andrea Muscatello
LUCIANO PAISSONI SI PARAGONA A GIAN PIERO GASPERINI, L’ALLENATORE DELL’ATALANTA, la sua squadra del cuore. Come il tecnico nerazzurro, anche l’amministratore delegato di Foresti & Suardi punta tutto sul team, con una squadra di titolari aperta ai più giovani. Un’eccellenza italiana nata a Predore, sul Lago d’Iseo, sponda bergamasca, 60 anni fa tondi, tondi. È infatti il 1961 quando Luigi Foresti e Lino Suardi hanno una intuizione: la nautica sul lago va forte, ma manca una realtà che possa realizzare componenti di alta gamma in serie.

È il 1961 quando Luigi Foresti e Lino Suardi hanno una intuizione: la nautica sul lago va forte, ma manca una realtà che possa realizzare componenti di alta gamma in serie. Tutto parte con le prime bitte.
Tutto parte con le prime bitte e ancor prima la storia dei due imprenditori è segnata dalla produzione di fibbie in ottone per cinture. La matrice è artigianale, ma la mentalità ha orizzonti larghi. In poco tempo la Foresti & Suardi diventa sinonimo di prodotti di pregio realizzati in ottone fuso a 950 gradi, iniettato, poi rifinito e lavorato e, infine, lucidato e sottoposto a trattamenti galvanici. Una tecnica raffinatissima che ancora oggi illumina di una magica luce l’opificio di Adro, in provincia di Brescia, dove dal 2018 l’azienda si è espansa. Qui le colate di ottone sono continue e danno vita a campane, fanali, lampade, barometri e a qualsiasi altra cosa si possa immaginare su una imbarcazione.

Alza paglioli, scalmiere, passacavi, bitte, passo d’uomo, oblò, parabrezza e tambucci. Una barca è un sistema complesso dove trovano posto anche un’infinità di strumenti e accessori dai nomi inconsueti.
La stanza degli stampi, alcuni risalenti agli inizi dell’attività, è un vero archivio storico della ditta, nonché un esclusivo know-how. Quella della lavorazione dell’ottone in fonderia è infatti una tecnica che va scomparendo, come racconta l’imprenditore bergamasco che sottolinea la bellezza di veder nascere qualcosa che passa dallo stato liquido allo stato solido: «Potevamo terziarizzare e abbassare così i costi, ma preferiamo investire sulle maestranze».

Sulle rive del Lago d’Iseo lavorano insieme tecnici altamente specializzati e veri e propri “maestri d’ascia” dei metalli. Qualità ed esperienza.

Ecco che torna il valore del capitale umano che Paissoni non smette mai di evidenziare: «Abbiamo un turn-over bassissimo, e abbiamo operai che sono con noi da oltre trent’anni. Al contempo stiamo spingendo sui giovani, attingendo sia dal bacino delle scuole superiori come l’istituto locale Serafino Riva, sia dall’Università di Brescia. Anche se iniziano dallo stage, il nostro obiettivo è quello di assumerli, anche perché spendiamo una gran quantità di tempo nella formazione specialistica. Il core dell’azienda è ancora per un 98 per cento dedicato alla nautica e qui i ragazzi vengono “a bottega” a imparare un mestiere che i loro studi non avevano previsto. Non a caso, in occasione delle celebrazioni per i primi 60 anni di attività, abbiamo istituito delle borse di studio per gli studenti delle scuole superiori, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Predore. Volevamo mandare un segnale di fiducia indirizzato ai ragazzi». Una trafila che Paissoni conosce bene, lui che da giovanissimo entrò in azienda come operaio per diventarne poi amministratore. Confessa che l’iper-specializzazione portata dalle macchine computerizzate non è il suo forte, ma che sul tornio manuale se la cava ancora bene: «Quello che amo di più di questo lavoro è la cura per il particolare. In questo la nostra azienda ha fatto la differenza puntando su un 50 per cento di funzionalità e un 50 per cento di estetica. Anche i designer di cui ci avvaliamo devono essere a loro agio con le fasi produttive, altrimenti è solo utopia». Un amore per il dettaglio che ha valicato i confini della nautica per aprirsi a nuovi settori. Quello dell’illuminazione ad esempio, anche nel civile, come è accaduto nel porto di Portocervo con le lampade Tartaruga e che ha dato alla Foresti & Suardi la possibilità di aprire la divisione Lighting.

L’azienda di Predore è la prima del settore nautico a potersi fregiare della certificazione 100% Made in Italy, con il 95 per cento di requisiti riconosciuti.
Negli anni l’azienda si è specializzata anche in materiali come l’acciaio inox e l’alluminio, acquisendo la società Alluminox, oggi divisione Alluminox di Foresti & Suardi. Un altro traguardo importante è stato il conseguimento della certificazione 100% Made in Italy, rilasciato dall’Istituto per la tutela dei produttori italiani e riservato alle aziende che si distinguono per precisi requisiti. L’azienda di Predore è la prima del settore nautico a poter fregiarsene, superando di gran lunga la percentuale dei requisiti minimi, 95 per cento contro il 75 per cento standard: «Un iter lungo, ma necessario, nato dal riscontro nelle fiere estere, dove ci accorgevamo che il termine “made in Italy” faceva la differenza. Per migliorarci in ditta si dà ascolto a tutti, soprattutto ai suggerimenti dei nostri ragazzi».

Tra i best seller i prodotti della linea Starlight, e vanno fortissimo le maniglie per porte e mobili, ma è lo studio della luce di interni che va per la maggiore.

Anche nel caso della Foresti & Suardi l’emergenza sanitaria ha significato un arresto solo momentaneo, ma, come è accaduto per molti altri beni di lusso, il mercato è ripartito più forte di prima: «Nel caso del settore nautico l’aumento delle vendite è legato innanzitutto al discorso sicurezza, avendo la possibilità di viaggiare in un ambiente privato e personale, ma credo che ci sia stato anche un desiderio di investire su una maggiore qualità della vita e su un relax ricco di ogni comfort. Questo spiega anche il boom della customizzazione, segmento nel quale stiamo lavorando molto bene».
Tra i best seller troviamo i prodotti della linea Starlight e vanno fortissime le maniglie per porte e mobili, ma è lo studio della luce di interni che va per la maggiore. In questo campo sono arrivati anche diversi premi per il design delle lampade di cortesia e si punta ad aumentare il valore dell’export che per adesso si attesta intorno al 50 per cento.
Luciano Paissoni si paragona a Gian Piero Gasperini, come l’allenatore dell’Atalanta anche l’amministratore delegato di Foresti & Suardi punta tutto sul team, soprattutto aprendo ai più giovani.
Una realtà molto dinamica quindi che ha radici ben salde, dove la famiglia conta. Con Luciano lavorano la moglie, la cognata e i rispettivi figli, ma questa va intesa in senso allargato e comprende le circa 70 persone dell’azienda. Una storia di famiglia sul Lago d’Iseo.
(Foresti & Suardi, una storia di famiglia – Barchemagazine.com – Dicembre 2021)