Firmitas, utilitas, venustas

Abbiamo incontrato Filippo Cagnotto fondatore insieme a Luca Tedde di Progetto REb, uno studio che si occupa di fornire servizi di progettazione e consulenza attraverso una sintesi tra architettura, ingegneria e design

by Carla Pagani

LESS IS MORE, DICEVA MIES VAN DER ROHE, PADRE DELL’ESTETICA ARCHITETTONICA CONTEMPORANEA. Quel motto, felicemente tornato in auge dopo gli eccessi degli anni Ottanta e Novanta, in architettura e non solo, anima anche la filosofia di un nuovo studio di architettura che ha già fatto parlare di sé per il grandioso progetto di riqualificazione del vecchio pastificio Federici ad Amelia, in Umbria, oggi sede di Talenti, azienda di arredamenti outdoor.

Filippo Cagnotto

«Il mondo del design oggi si caratterizza per l’attenzione al dettaglio. Perché è il dettaglio ciò che rende un elemento di arredo di qualità». 

Si chiama Progetto Reb e nasce dall’idea di Filippo Cagnotto e Luca Tedde che hanno fatto della sintesi tra architettura, ingegneria e design il loro fattore X. È Filippo Cagnotto, classe 1988, a raccontare cosa c’è dietro la luminosa torre trasparente del nuovo headquarter di Talenti ad Amelia. «Un tempo quella torre veniva utilizzata per la conservazione del grano». Oggi è una grande installazione verticale e luminosa e piena di piante che dialoga con il paesaggio intorno. «È fondamentale progettare tenendo conto dell’elemento naturale. Le piante cambiano colore e sembianze in base alla stagione e con loro cambiano anche gli edifici. La natura deve aiutare l’architettura, lo può fare in termini di cambiamento e rinnovamento costante dello spazio che abitiamo ma anche in termini di benessere per chi poi quello spazio lo vive concretamente».

Filippo Cagnotto

Cagnotto pensa al famoso bosco verticale di Boeri che ha rinnovato lo skyline di Milano dal 2014. Da allora di strada ne è stata fatta e oggi è praticamente impensabile ipotizzare di progettare senza tener conto dell’elemento naturale. «La pandemia ha accentuato questa tendenza mettendo architetti e progettisti di fronte alla necessità di pensare a spazi aperti godibili e fruibili più di quanto non accadesse prima».

Filippo Cagnotto
Progetto REb si occupa di progettazione architettonica e ingegneria e presto debutterà anche nel design di complementi d’arredo.
Filippo Cagnotto

Nel quartier generale di Talenti ad Amelia, progettato prima dell’arrivo del Covid, i dipendenti possono passeggiare nel parco, trascorrere la pausa pranzo all’aperto, vivere lo spazio in modo diverso da quanto si faceva prima che la pandemia entrasse a far parte delle nostre vite e cambiasse ritmi e abitudini. Il tutto all’insegna del minimalismo e della purezza delle linee. Come non pensare proprio alle architetture essenziali di Mies van der Rohe? Non è un caso se il grande maestro della Bauhaus occupi un posto speciale nel pantheon dei big che ispirano il lavoro di Filippo Cagnotto e Luca Tedde. «Abbiamo cercato di assecondare il credo del grande maestro del modernismo: togliere, anziché aggiungere. Cerchiamo di farlo in ogni nostro progetto. Sembra una cosa semplice ma non lo è affatto».

«I maestri sono importanti, come lo sono lo studio e il metodo, ma la realtà del cantiere è forse il maestro più importante».

Filippo Cagnotto

E cosa resta degli insegnamenti della gloriosa scuola della Bauhaus di cui tutto il design contemporaneo è permeato? «Di sicuro il rigore, il metodo, lo studio. Qualcosa che del resto fa parte anche dei percorsi di studio italiani. È importante studiare cosa è venuto prima di noi, e il nostro paese da questo punto di vista ha molto da insegnare», dice Cagnotto. Già, il metodo, lo studio rigoroso. Eppure l’improvvisazione è dietro l’angolo. «Oggi è forte la tendenza di progettare senza criteri, un po’ per soddisfare il gusto del momento, un po’ per seguire mode assolutamente temporanee».

Filippo Cagnotto
Progetto REb ha curato il progetto di riconversione industriale che ha trasformato lo storico pastificio umbro Federici di Amelia nell’headquarter all’avanguardia di Talenti, azienda di arredo outdoor.

Invece bisognerebbe progettare sempre ricordandosi del grande Vitruvio: firmitas, solidità, utilitas, funzione, venustas, bellezza, sono tre principi indissolubili che ogni progetto architettonico deve possedere. «Invece a volte vediamo progetti incentrati solo sulla venustas ma che hanno dimenticato completamente l’utilitas o la firmitas», dice Cagnotto attualizzando in maniera impeccabile il De architectura del 15 a.C. E i tre principi cardine valgono tanto nella progettazione di un edificio quanto in quella degli interni. Tanto più che oggi, più che mai, la fusione tra spazi lavorativi e spazi privati è diventata fortissima. E allora ecco che i principi vitruviani devono andare di pari passo. «L’elemento di arredo deve essere bello, solido e funzionale, ma oggi l’equilibrio è diventato molto più sottile perché ai nostri oggetti quotidiani, piegati anche alle esigenze lavorative dello smart working, chiediamo anche una maggiore funzionalità rispetto al passato».

E a proposito di oggetti, Progetto REb si sta cimentando anche nella progettazione di complementi d’arredo. «Siamo in una fase di studio e di realizzazione di prototipi e sicuramente è una grande nuova sfida per noi. Fondamentale è l’attenzione al dettaglio, che è ciò che davvero conta nel design contemporaneo». E c’è da giurare che il risultato sarà frutto di studio, metodo e rigore.

(Firmitas, utilitas, venustas – Barchemagazine.com – Ottobre 2021)