Eleganza, sportività e comfort: tre concetti racchiusi in una barca sola e tutti pienamente soddisfatti. Disegnata da Stefano Pastrovich, ha una velocità massima di oltre 32 nodi
by Niccolò Volpati – photo by Andrea Muscatello
La prima volta che l’ho vista era ormeggiata al Salone Nautico di Genova, e sicuramente mi ha colpito. Le linee particolari si distinguevano dalle altre imbarcazioni che le stavano accanto. Qualche mese dopo, sempre a Genova, ho avuto l’opportunità di provarla e mentre mi avvicinavo alla banchina quelle linee mi facevano uno strano effetto: alte a centro scafo e degradanti velocemente verso poppa. Sono molto ripide, tant’è che ho pensato che avrei rischiato di cadere fuori bordo durante la prova. Salendo a bordo, però, mi sono accorto che si trattava di un’impressione sbagliata. P54 non si fa solo notare. È una bella barca.
Le linee sono eleganti e sportive e, a dispetto della sensazione che si ha osservandola dall’esterno, il piano della coperta è perfettamente in assetto, senza alcun rischio di cadere verso poppa. Che cosa mi è piaciuto di più? Fuori ricorda un bel motoscafo, dentro ha volumi decisamente ampi. Non è così scontato. Di solito le barche voluminose non sono molto belle da vedere. P54, invece, rappresenta l’eccezione alla regola. Un hard top di sedici metri ha solitamente una dinette allo stesso piano della coperta.
Non solo cabine e spazi in cui passare la notte, ma anche un salone voluminoso e molto abitabile. Perfetto se a bordo si vuole trascorrere molto tempo e non solo in piena estate.
Gli spazi sotto sono dedicati all’area notte. Nella migliore delle ipotesi, si trova una cucina e un piccolo tavolino per la colazione. Stefano Pastrovich, il progettista, è invece riuscito a ricavare uno spazio molto ampio e confortevole. Lo dicono i volumi, numeri alla mano, ma anche la sensazione che si prova quando si è a bordo. Sottocoperta c’è un vero e proprio salone che può comodamente accogliere tante persone, senza spazi sacrificati.
Mi è piaciuto molto anche il rapporto tra superfici vetrate e vetroresina. Spesso molte barche hanno una dinette completamente circondata di superfici vetrate. P54 ha le fiancate in vetroresina e la luce arriva dalle proporzionate finestrature laterali, dall’alto e dal portellone trasparente per scendere sottocoperta. Proprio come un motoscafo anni ’60, dove lo stile era importante.
Il layout di questo primo esemplare è a tre cabine, l’armatoriale a poppa e altre due a prua, divise tra una cabina Vip con letto matrimoniale e una con letti singoli sovrapposti. Ogni cabina ha un suo bagno. E anche questo non è scontato su una barca di 54 piedi. In alternativa, c’è una versione degli interni con due sole cabine, una a poppa e una che occupa per intero la prua. Con il layout da tre cabine è stata scelta una soluzione con paratia scorrevole che divide i due locali di prua. È una paratia spessa perché all’interno contiene un armadio. Mi sembra un’ottima soluzione. Non mancano i volumi per lo stivaggio, se si vuole la si tiene chiusa e le due cabine sono separate, diversamente la si lascia aperta e si hanno due locali comunicanti che danno anche una sensazione di avere maggiori spazi a disposizione.
Anche il piano di coperta è diverso dal solito. Si può scegliere tra una versione più open, con il solo rollbar, oppure una più chiusa con un hard top. Quello che è diverso sono i camminamenti per muoversi a bordo. Per andare a prua c’è un passaggio centrale reso possibile da un portellone al centro del parabrezza. Una sorta di grande bow rider. Il vantaggio di questa soluzione è che sfrutta per intero il baglio, quindi si hanno superfici maggiori a disposizione e il passaggio verso prua è molto largo e sicuro. Inoltre, ci si può permettere di evitare battagliole e tientibene sulle fiancate che certo non fanno bene all’estetica, ma che sono indispensabili per muoversi senza rischiare di cadere fuori bordo.
Il vantaggio di avere degli spazi sottocoperta anche per il living, permette di dedicare tutta la coperta al relax. La prua può essere un unico prendisole, se lo si desidera, mentre altri due si trovano a poppa, uno singolo e uno doppio. Oltre a questo, c’è una plancia da cui si ha una buona visibilità, sedute, tavoli e tavolini. Insomma, tutto quello che serve per il comfort all’aperto. L’hard top protegge dal sole la parte centrale, una prolunga che poggia su pali mobili serve se si vuole riparare anche la poppa e lo stesso si può fare nella zona di prua. Alcuni particolari sono degni di nota come le bitte e i passascafi a scomparsa oltre al sistema di ribaltamento dell’ancora che ottimizza gli spazi dentro il pozzo catena. L’ancora c’è, ma non si vede e anche il gavone non occupa tutta l’estrema prua aumentando lo spazio al camminamento. Infine, tra i grandi volumi che sono stati ricavati all’interno, ci sono la cabina marinaio e il garage per il tender.
Buona l’autonomia grazie ai consumi contenuti e ai quasi 3.000 litri di capienza del serbatoio del carburante. Il range di crociera è di ben 20 nodi: si plana a 12,1 e la massima è 32,4 e i consumi variano da 74 a 283 litri/ora.
Tutto bello, ma la navigazione? A Genova il mare è quasi del tutto calmo, ma la sensazione è quella di una carena molto morbida. I motori sono due Volvo D11 da 725 cavalli ciascuno e sistema Ips. Molto maneggevole quindi e facile da timonare. L’inclinazione dello scafo in virata è corretta: né troppo sbandata, né troppo poco. L’angolo di virata non è eccessivo, ma del resto questa non è una barca per fare lo slalom tra le boe. È, invece, una barca da crociera che supera i 32 nodi di velocità massima. I consumi sono molto contenuti perché a 20 nodi servono solo 150 litri/ora circa e a 25 nodi ce ne vogliono 180. In conclusione, si può dire che Pastrovich e Fiart hanno dimostrato che volumi ed estetica non sono due concetti in conflitto tra loro. Così come non lo sono comfort e design.
Engine room
Con la coppia di Volvo D11 da 725 cv e il sistema Ips si ottengono delle prestazioni molto equilibrate. Ideali per la crociera. Consumi contenuti, ma velocità comunque più che soddisfacenti.
FIART MARE
Via Lucullo, 71
I-80070 Baia (NA)
T. +39 081 8040023
www.fiart.com
PROGETTO
Stefano Pastrovich • Ufficio tecnico del cantiere
SCAFO
Lunghezza f.t. 16,65m • Larghezza massima 5,10m • Serbatoio carburante 2.900 l • Serbatoio acqua 1.000 l • Dislocamento 27.000 kg
MOTORE
2xVolvo D11-Ips950 • Potenza 533 kW (725 cv) • 6 cilindri in linea • Cilindrata 10,8 l • Alesaggio per corsa 123mm x 152mm • Rapporto di compressione 16,5:1 • Regime di rotazione massimo 2500 giri/min • Peso a secco 1.800 kg
CERTIFICAZIONE CE
CAT B
PREZZO
A partire da 1.620.000 € (Marzo 2023)
(Fiart P54, eccezione alla regola – Barchemagazine.com – Marzo 2023)