Fiart 35 Seawalker, abitabilità sorprendente

Dopo il 43 e il 39, è arrivato il terzo modello walkaround della gamma Seawalker. Motorizzabile con piedi poppieri o fuoribordo, ha una gigantesca piattaforma di poppa

by Niccolò Volpati

La regola che sanno in molti è che scendere è più difficile che salire. Non mi riferisco alle camminate in montagna, ma alla progettazione di imbarcazioni. La gamma Seawalker, l’ultima nata del cantiere Fiart, è partita con il 43, poi il 39 e, subito a ruota, il 35. Sono walkaround, caratterizzati da un design che si fa notare, ma anche da soluzioni innovative. Estetica e funzione alleati, così come previsto dai pionieri del design industriale italiano. Già dalla banchina, l’attenzione cade subito sulla piattaforma di poppa che circonda completamente i due motori fuoribordo che permette al 35, omologato natante, di guadagnare un metro e mezzo di lunghezza fuori tutto in più.

Buona abitabilità per gli interni nonostante si tratti di un natante. Una famiglia di quattro persone può realizzare crociere a corto e medio raggio.

Di conseguenza, ha una superficie calpestabile maggiore, ideale per l’accesso al mare. Mi sdraio dalla banchina per osservarla da sotto. Lo spessore della vetroresina è tanto e anche il meccanismo in acciaio che consente di alzarla e abbassarla, appare decisamente robusto. È una piattaforma che si può tenere in posizione “neutrale” e cioè allo stesso livello del piano di calpestio della coperta oppure abbassare per agevolare l’accesso all’acqua e rendere quasi inutile la scaletta bagno o, in ultimo, alzare in modo da consentire l’inclinazione dei due fuoribordo con il tilt per lasciare i piedi fuori dall’acqua ed evitare le incrostazioni di fouling.

In aggiunta alla piattaforma che circonda i fuoribordo, ci sono anche le due paratie laterali del pozzetto abbattibili che contribuiscono ad avere una poppa molto aperta. Al centro del pozzetto si trova un triplo prendisole, mentre l’area living con il divanetto lineare è stata collocata nella zona di prua. Non c’è battagliola, ma le fiancate sono sufficientemente alte da garantire un passaggio abbastanza sicuro. Forse si sarebbe potuto aggiungere qualche tientibene intorno alla consolle centrale in modo da offrire un appiglio in più. Il T-Top che protegge le due sedute per pilota e copilota è, a mio parere, irrinunciabile. Sottocoperta il layout garantisce ben quattro posti letto e anche in questo caso le soluzioni sono volte a soddisfare estetica e funzionalità.

Ottima l’abitabilità, perché all’ingresso si ha poco meno di due metri di altezza. Ovviamente, la parte più a prua della cabina, così come le cuccette che rimangono sotto il pozzetto, hanno un’altezza inferiore. In ogni caso si tratta di un’abitabilità sorprendente per un natante. E lo è anche per i volumi. Inoltre, l’illuminazione naturale, come per gli altri modelli della gamma, rappresenta un ottimo equilibrio: né troppa, né troppo poca. In questo modo, la luce naturale che filtra sottocoperta contribuisce a dare la percezione di volumi maggiori. Un esempio è la striscia di vetro collocata nella parte prodiera della tuga, proprio sotto il divanetto lineare di prua. Larga tutta la tuga, anche se alta pochi centimetri, consente sia di avere visibilità verso l’esterno, sia di far arrivare luce nella cabina trasformabile di prua. Trattandosi di fuoribordo, le opzioni per la motorizzazione sono tante. Si può scegliere tra una coppia di 250, 300 o 350 cavalli, ma anche due piedi poppieri da un minimo di 240 fino a un massimo di 320 cavalli.

Per il test, ho avuto a disposizione due motori Mercury Verado da 4,6 litri con 8 cilindri a V da 300 cavalli. Una via di mezzo tra la minima e la massima motorizzazione consentita tra i fuoribordo. Per arrivare alla planata servono poco più di 18 nodi e 3700 giri. Alla massima il Gps ha indicato 37,2 nodi con 182 litri/ora totali di consumo. Più o meno a tutte le andature, i litri per miglio hanno variato tra i 4 e i 5,5. La visibilità e la protezione del parabrezza mi sono sembrati soddisfacenti e anche l’agilità, anche perché i fuoribordo aiutano a virare stretto. Non impeccabile l’assetto, soprattutto per l’inclinazione laterale dello scafo.

L’autonomia del 35 Seawalker non è eccessiva perché la capacità del serbatoio è di 760 litri. Più che sufficiente per le uscite giornaliere e per i fine settimana, meno per chi ha intenzione di navigare più a lungo.

La barca è dotata di interceptor e il consiglio è quello di lasciare che gli Zipwake facciano il loro lavoro perché, senza difficoltà e senza troppo impegno, l’assetto è molto più piatto. Per quanto riguarda, invece, quello prua/poppa, l’equilibrio lo si ha anche senza interceptor. La barca non è seduta, né troppo inclinata in avanti. La piattaforma di poppa è, come detto in precedenza, assai robusta, ma, soprattutto quando si naviga in dislocamento, prima di raggiungere la planata, è tutta immersa creando l’effetto remo. Avendo un comando elettroidraulico però è anche possibile alzarla. Il consiglio è quello, soprattutto quando non si sta planando, di sollevarla in modo da evitare sollecitazioni che possono con il tempo usurarla.

Engine data
Tre potenze per la coppia di fuoribordo, da 250 a 350 cavalli ciascuno; mentre con i piedi poppieri sono addirittura quattro, da 240 fino a 320 cavalli.

FIART MARE
Via Lucullo, 71
I-80070 Baia (NA)
T. +39 081 8040023
www.fiart.com

PROGETTO
Ufficio tecnico del cantiere

SCAFO
Lunghezza f.t. 11,56m • Larghezza massima 3,82m • Pescaggio 0,67m • Serbatoio carburante 760 l • Serbatoio acqua 250 l • Dislocamento a secco 5.500 kg

MOTORE
2 Mercury Verado 300 • Potenza 229 kW (300 cv) • 8 cilindri a V • Cilindrata 4,6 l • Rapporto di riduzione 1,85:1 • Regime di rotazione 5200 – 6000 giri/minuto • Peso a secco 272 kg

CERTIFICAZIONE CE
CAT B

PREZZO
A partire da 264.000 € con 2×300 cv V300 AMS Verado (Marzo 2022)

(Fiart 35 Seawalker, abitabilità sorprendente – Marzo 2022)