Enrico Gobbi, pure passion

Abbiamo incontrato Enrico Gobbi, che ha sapientemente espresso gli stati d’animo di questi ultimi due anni in opere d’arte realizzate in marmo

by Francesca Ciancio

Cangiante e inafferrabile come il mare. Solido e concreto come la pietra. Il lavoro e le passioni di Enrico Gobbi paiono muoversi tra queste due sponde. L’affermato architetto di super e mega yacht, con la società Team For Design, ha lanciato una sfida a sé stesso tutta nuova, più o meno un anno fa: una collezione di sculture in marmo che sono una vera e propria galleria di opere d’arte. D’altronde, l’interesse per le cose belle e di valore non sono una novità. Gli allestimenti tailor made per i clienti raccontano una trama fatta di luce, di colori tono su tono e di particolari eleganti. Zero sfarzi, ma dettagli minimalisti di grande impatto. E questo non solo per barche di grandi dimensioni, ma anche per abitazioni altrettanto lussuose. 

Enrico Gobbi
Enrico Gobbi

Una nuova sfida per l’architetto di super e mega yacht fondatore di Team For Design, che ha creato una collezione di sculture in marmo per barche e abitazioni.

L’idea di dedicarsi alla scultura è nata proprio dal lavoro come interior designer: «Ero abituato da anni a girare per le gallerie d’arte del mondo alla ricerca di pezzi unici per i miei clienti. Poi l’arrivo della pandemia ha frenato questa consuetudine e più di un armatore ha cominciato a chiedermi di occuparmi in prima persona di pezzi che potessero essere congeniali alle loro barche. Stessa cosa è accaduta per ville e appartamenti. Da architetto e da veneziano, è stato naturale pensare prima al vetro e poi al marmo. Ed è così che è iniziata la mia vita di artista».

Gobbi tiene a sottolineare che non è un business, rimane una scommessa, di certo una necessità di espressione. La collezione marmo segue quella in vetro di Murano, entrambe realizzate grazie alla grande capacità artigianale di maestri veneti, vetrai nel primo caso, scalpellini nel secondo.

«L’ARRIVO DELLA PANDEMIA NON MI HA PERMESSO DI VISITARE GALLERIE D’ARTE DALLE QUALI ACQUISTARE DELLE OPERE D’ARTE
E COSÌ È NATA L’IDEA
DI REALIZZARLE
IN PROPRIO».

Enrico Gobbi

Al momento le opere sono sette e le ispirazioni sono le più varie: «Tutte riconducibili a uno stato d’animo che molto ha a che fare con la situazione che stiamo vivendo: gli abbracci che sono mancati, la forza e il coraggio del guerriero, la coppia di amanti per celebrare l’amore. Sono tutti pezzi unici, perché, se pur dopo il disegno i blocchi vengono fresati da un robot automatico, le rifiniture sono tutte fatte a mano, che è l’unico modo per dare un’anima a queste sculture», aggiunge Enrico Gobbi. Le vendite stanno andando bene, ma è difficile realizzarne più di quattro o cinque l’anno. 

Enrico Gobbi
Enrico Gobbi

Il marmo è sempre più di tendenza all’interno delle imbarcazioni e riprende una moda già in voga nel XX secolo, quando gli armatori richiedevano pareti in pietra all’interno delle loro imbarcazioni. 

L’obiettivo è di arrivare a una dozzina di sculture per opera, per poi passare a una nuova collezione: «Dal disegno all’ultimazione dell’opera passa diverso tempo. Prima di tutto c’è la scelta del blocco di marmo per capire se le venature naturali della pietra si adattano al progetto, poi c’è il lavoro, prima della macchina, poi dell’uomo; in tutto ci si impiega almeno 4/5 mesi». I colori sono quelli cari a Gobbi, il bianco e il nero che vuol dire attingere dalle preziose cave di marmo italiane per il Bianco di Carrara e il Calacatta, mentre il nero Marquina è originario dei Paesi Baschi in Spagna, seppur venduto in Italia. Precisa Gobbi: «Ci serviamo di un’azienda del Vicentino da tempo, che sa esattamente quello che cerco per i miei clienti. Al momento ho scelto questi due colori-base, ma per il futuro sto progettando una collezione più pop con marmi colorati»

«LE OPERE DELLA MARBLE COLLECTION RISENTONO DELLO STATO D’ANIMO
DI QUESTO PERIODO: ECCO ALLORA
IL GUERRIERO,
GLI AMANTI
E L’ABBRACCIO».

Tra tutte le opere è Il Guerriero a riscontrare più successo ed è anche tra i pezzi più complicati a causa della sua scanalatura: «Credo sia anche la mia preferita proprio per questa idea di forza e al contempo di calma che dà a chi la guarda. In tutte le sculture mi sono mosso sul doppio piano della solidità e della sinuosità. In alcune prevale il primo, in altre il secondo, ma molto dipende anche dai desideri del committente. Potrei dire forse che quelle con angoli e linee sono più da architetto, quelle morbide più (sorridendo) da artista». 

L’ispirazione è menzionata con pudore: il designer di Venezia non può che pensare a Michelangelo e alla sua abilità di dare vita ai blocchi, togliendo il marmo di troppo. La scultura d’altronde nasce dalla capacità nel levare e non nell’aggiungere: «Anche il Borromini è per me un esempio importante nel campo dell’architettura, come l’intera città lagunare rappresenta un museo a cielo aperto in fatto di marmi, a cominciare dalla Basilica di San Marco. Presto torneremo al vetro con una collezione dedicata».

«DOPO QUESTA COLLEZIONE CE NE SARANNO ALTRE E POI TORNERÒ AL VETRO. STO PENSANDO ANCHE A UNA COLLEZIONE POP CON MARMI COLORATI».

La messa in opera di queste sculture è possibile grazie alla sapienza artigiana di maestri del marmo veneti e toscani.

Fa un certo effetto pensare a queste pesanti sculture inserite in contesti nautici, per quanto grandi possano essere le imbarcazioni: «Eppure questa è una tendenza in ascesa tra gli armatori e riprende una moda di inizio ’900 che vedeva la presenza di grandi pareti in marmo. Certo, la cosa non rende felici gli ingegneri navali!». Dicevamo anche delle strutture abitative in cui il Team For Design è sempre più coinvolto: «Il 40 per cento del nostro lavoro ormai è dedicato ad abitazioni e a strutture ricettive e per alcune di queste realtà sono state realizzate sculture alte oltre due metri. Questo è più difficile da fare sulle imbarcazioni perché, come dico sempre ai miei clienti, le opere hanno bisogno di “respirare”, ovvero di avere molto spazio intorno a sé e una barca, per quanto grande, non è il luogo ideale».

(Enrico Gobbi, pure passion – Barchemagazine.com – Maggio 2022)