Besenzoni, creatività e idee vincenti

Tecnologia, intuizione e voglia di migliorarsi, questa è la differenza tra chi sta sulla cresta dell’onda e chi si accontenta di sedersi in riva al fiume per osservare l’acqua che scorre

by Niccolò Volpati

«È come se ci fossimo trovati al posto giusto nel momento giusto», racconta Giorgio Besenzoni. «Io volevo realizzare una scaletta per la poppa delle barche in grado di trasportare tante persone insieme e anche lui cercava qualcosa di simile. Quando l’ho visto gli ho detto: Valerio, ho il prodotto giusto per il tuo nuovo Evo e lui mi ha risposto anch’io ho la barca giusta per la tua nuova scaletta».

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LA GAMMA BEELECTRIC, LANCIATA POCO PIÙ DI UN ANNO FA, COMPRENDE ORA PASSERELLA, SCALETTA, SALPANCORA E PIATTAFORMA DI POPPA.

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Dove nasce la creatività? Dalla necessità. «Vivo la barca – prosegue Besenzoni –, navigo molto e trascorro parecchio tempo a bordo e lo faccio con tutta la famiglia. Spesso siamo quattro adulti e cinque bambini e la scaletta che ci costringe a muoverci in fila indiana l’ho sempre trovata non molto adatta per le nostre esigenze».

La volontà di risolvere un problema, di avere un accessorio che semplifica la vita a bordo e che rende l’esperienza in barca più confortevole, è il motore dell’innovazione. E Valerio Rivellini ha realizzato il progetto che ha permesso di trasformare l’idea di Giorgio Besenzoni in un oggetto concreto. Durante lo sviluppo del progetto i due artefici si sono confrontati più volte perché all’esigenza pratica di una scaletta larga e accogliente, c’era quella di non alterare le linee d’acqua e il design della poppa.

Qualità della navigazione, prestazioni ed estetica non devono essere sacrificate in nome della funzionalità e del comfort. È una storia che si ripete. La Besenzoni, sin da quando il padre di Giorgio e Fiorella la fondò, ha instaurato un rapporto diretto con alcuni cantieri italiani. L’obiettivo è sempre stato quello di innovare, andare incontro alle esigenze di chi costruiva barche, trovare soluzioni che permettessero di rendere più facile la vita a bordo. La creatività di tante aziende e progettisti italiani ha contribuito a quello che oggi definiamo “made in Italy”.

Custom e ingegnerizzazione non sono due concetti obbligatoriamente in contrasto, anzi, uno può essere la conseguenza dell’altro.

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Ci sono i designer che consultano i cataloghi dei fornitori e scelgono gli accessori e poi ci sono quelli che invece hanno un approccio più critico e cercano delle soluzioni più innovative. È dalla collaborazione tra le aziende che li producono e questa seconda categoria di progettisti che nasce l’innovazione. «Una volta realizzato un prodotto che soddisfa le richieste – afferma Giorgio Besenzoni –, il passo successivo è capire come ingegnerizzarlo per farlo diventare un nuovo accessorio a catalogo e quindi disponibile per tutti».

LA VOLONTÀ DI RISOLVERE PROBLEMI E RENDERE LA VITA A BORDO SEMPRE PIÙ CONFORTEVOLE È LA MICCIA PER REALIZZARE ACCESSORI INNOVATIVI.

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Passare dalla produzione custom a quella in serie è difficile, ma non impossibile. I numeri della nautica sono limitati, non è necessario ipotizzare la realizzazione di milioni di pezzi all’anno. «Ingegnerizzare un accessorio significa cercare di capire quali possano essere quelle quattro o cinque componenti che si usano già per altri prodotti simili». Si tratta, in poche parole, di cercare di realizzare una sorta di mini economia di scala che consente di contenere i costi di produzione e, soprattutto, di rispondere celermente alle richieste che arrivano dai cantieri. 

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È PROPRIO L’ARTIGIANALITÀ E L’ESPERIENZA CHE PERMETTONO DI ADATTARE GLI ACCESSORI A TANTI TIPI DI BARCHE CHE VENGONO COSTRUITE.

«Ogni nostro accessorio è sottoposto a continue revisioni. Cerchiamo sempre di migliorarci o di adattarlo ai vari modelli di barca. Oggi, rispetto a qualche anno fa, ci sono tante tipologie di imbarcazione: plananti, dislocanti, monoscafi, catamarani, a vela o a motore. Siamo noi che dobbiamo essere bravi ad adattarci a queste esigenze e non il contrario. Non possiamo pretendere che un progettista limiti la propria creatività perché si deve adattare ai prodotti che abbiamo a catalogo».

I numeri più contenuti della nautica da diporto, rispetto a un settore come quello dell’automotive, permettono ancora la convivenza tra produzione in serie e artigianalità. È proprio l’artigianalità e l’esperienza che consentono di adattare gli accessori a tanti tipi di barche che vengono costruite. Quei settori industriali che richiedono la realizzazione di milioni di pezzi, cancellano per forza l’artigianalità. Nella nautica, invece, questo non succede. Ed è la conseguente condizione necessaria per l’innovazione

Oltre all’idea, allo stimolo a risolvere problemi e alla creatività, poi servono anche persone che con la loro professionalità ed esperienza sappiano mettere in pratica quelle intuizioni e diano materialmente forma a un oggetto. E i cinquant’anni di esperienza di Besenzoni, sempre molto focalizzati su una tipologia di accessori, è un bell’aiuto. «Credo che nella zona di poppa delle imbarcazioni di tutte le dimensioni ci siano ancora molti margini di innovazione. In Mediterraneo o ai Caraibi, dove viviamo la barca? A poppa. È qui, quindi, che gli accessori si devono evolvere per andare incontro alle esigenze di progettisti e cantieri. Gli ultimi modelli di Evo hanno mostrato come la gruetta per alaggio e varo del tender e il tender stesso possano essere ricoverati in un gavone sotto il piano di calpestio del pozzetto. È sempre una gruetta, ma non è semplicemente collocata in coperta o sul fly».

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L’azienda esiste da più di 50 anni, è presente in 59 paesi con 187 punti di rappresentanza e ha a catalogo 170 prodotti.

Dal dicembre 2020 Besenzoni ha lanciato la gamma BeElectric, perché l’innovazione degli accessori si fa anche con l’impiego di tecnologie innovative. Il primo modello di questa gamma fu LaPasserella, poi è arrivata LaScala, IlSalpAncora e, più recentemente, IlTenderLift. Si tratta di prodotti a movimentazione esclusivamente elettrica, non più elettroidraulica. Quali sono i vantaggi? Per prima cosa si evita di usare l’olio e la centralina idraulica rendendo gli accessori più silenziosi e quindi più confortevoli. Eliminare la componente idraulica, inoltre, consente di contenere i pesi e perfino il consumo di energia perché la potenza necessaria per un pistone idraulico è maggiore rispetto a un sistema di movimentazione totalmente elettrico. Ridurre i pesi e il consumo di energia è quello che tutte le aziende di qualsiasi settore, non solo della nautica, si prefissano come obiettivo. E ridurre i pesi significa anche diminuire il consumo di carburante necessario per muovere la barca.

(Besenzoni, creatività e idee vincenti – Barchemagazine.com – Giugno 2022)