Arcadia Yachts generosità e coraggio

Ugo Pellegrino, Ceo di Arcadia Yachts, è un imprenditore che ha applicato una cultura tipicamente industriale a una realtà come quella della nautica che realizza pezzi su misura per gli armatori di tutto il mondo.

by Francesco Michienzi – photo by Alberto Cocchi

LA GENEROSITÀ NON È UNA QUALITÀ CHE SE NON LA POSSIEDI PUOI COMPRARLA O FARTELA REGALARE.La storia di Ugo Pellegrino è anzitutto e soprattutto una storia di coraggio: la prova che senza il coraggio non fai nulla, che se non hai coraggio nemmeno l’intelligenza ti serve. E il coraggio ha molti volti: il volto della generosità, della curiosità, della necessità, dell’orgoglio e dell’incoscienza.

Quando Pellegrino racconta come è nato il cantiere nautico Arcadia fa trasparire la profondità d’animo tipica di certi uomini di grande sensibilità. «Nel 2006 siamo stati chiamati da una persona che aveva fatto un investimento nel settore della costruzione di modelli e stampi in vetroresina. Non essendo un imprenditore ci chiese dei consigli su come portare avanti questa impresa. Capì che per lui, da solo, la cosa era troppo difficoltosa, così ci chiese di entrare in società al 33%. In seguito alla prematura scomparsa del terzo socio, Benny, caro amico di famiglia, comprammo un altro 33% trovandoci così con il 66% di una società in un settore che non conoscevamo, ma che stavamo iniziando a capire. In seguito acquistammo anche la restante parte della società trovandoci così proprietari al cento per cento di una bella e complessa realtà».

Dal 2008 ad oggi Pellegrino ha fatto un investimento complessivo di circa 40 milioni di cui 31 tutti nei primi dieci mesi di vita dell’azienda. Gli ultimi investimenti sono stati i capannoni nella ex area Apreamare, una quota del marina che ha permesso di assicurarsi l’autonomia per alaggi, vari, service e post vendita.

arcadia

Dopo una attenta analisi sul fatto che il settore modelli e stampi non sarebbe stato remunerativo, Pellegrino si imbatte nel progetto di una barca strana, una tipologia mai vista prima. Si innamora e decide di partire con un 85 piedi. Racconta ancora Pellegrino.

«La vendita della prima barca è stata una storia bellissima e irripetibile. Nel 2010 portammo a Düsseldorf il nostro primo modello e il 23 gennaio, primo giorno di salone, lo vendemmo. La rivista tedesca Boote Exclusiv aveva pubblicato un rendering e questo armatore si era innamorato subito di quel disegno al punto di venire in fiera e comprare la barca senza averla mai vista».

L’armatore in questione è una persona particolarmente attenta all’ambiente che ha interiorizzato il concetto della barca lenta con bassi consumi. Sta investendo parte del suo patrimonio personale, che ammonta a circa 5 miliardi di dollari, nei paesi del terzo mondo comprando territori interi, vergini, vincolandoli alla deforestazione e restituendoli al paese di origine.

Evidentemente emozionato, Pellegrino lo definisce così: «Un uomo speciale di un fascino e di una bellezza interiore, da cui io ho imparato moltissimo. L’ho rincontrato molti anni dopo a Hong Kong. Posso affermare che questa è un pochino la tipologia del nostro cliente, un uomo raccolto di cultura nautica che non è avvezzo allo show». Da allora ad oggi, su trenta barche prodotte, sono stati venduti 11 modelli di Arcadia 85.

Pellegrino è fiero della sua cultura d’impresa. «Grazie alla nostra visione industriale abbiamo consentito a un nuovissimo cantiere come Arcadia di crescere. La nautica è un settore molto pericoloso dove molti operatori vivono al di sopra delle loro possibilità. Secondo me è importante restare con i piedi per terra. La logica aziendale è quella di avere un’organizzazione e una gestione di tipo industriale per realizzare un prodotto assolutamente artigianale come si fa con una Ferrari o una Aston Martin. Da Arcadia si fa tutto in casa compreso lo stampaggio della vetroresina, in questo modo si ha un controllo totale sulla qualità del processo produttivo».

Al salone di Cannes è arrivato lo Sherpa XL e per Pellegrino è un’emozione forte come quella del varo del primo 85 piedi.«È una barca incredibile, non ha nessun tipo di legame con quella che è la sua taglia. Le aree esterne e gli spazi interni sono enormi, è un prodotto bellissimo». 

Il concept dello Sherpa XL, sviluppato in collaborazione con lo studio milanese Hot Lab, che ha già collaborato con Arcadia Yachts per gli internidell’A105, si sviluppa intorno alla disposizione dei ponti. Quelli di prua sono sfalsati, così da sviluppare un blocco scale centrale caratterizzato da dislivelli ridotti.

 

Un gioco di incastri particolare che, oltre a ottenere grandi spazi pur con un’altezza totale contenuta, ha permesso di giocare con i volumi. Il cantiere di Ugo Pellegrino ha avuto il merito di introdurre nuovi concetti di come si vive la barca, in passato i pozzetti erano piccoli e invivibili, Arcadia ha unito linee esterne di rottura, rispetto alla tradizione, con una funzionalità degli interni che prima non era pensabile su imbarcazioni di queste dimensioni.

(Arcadia Yachts generosità e coraggio – Barchemagazine.com – Settembre 2019)