Aldo Rossi. L’architetto e le città sarà in mostra fino ad ottobre con oltre ottocento tra disegni, schizzi, appunti, lettere, fotografie, modelli, documenti, provenienti da archivi e collezioni di tutto il mondo, scelti e allestiti in collaborazione con la Fondazione Aldo Rossi e con il supporto di due sponsor d’eccezione, Molteni&C e Unifor
by Carla Pagani
«L’ARCHITETTURA DEVE ESSERE LO SPECCHIO DEL TEMPO», diceva Walter Gropius poco più di un secolo fa. Ecco perché vale la pena ripartire dalla progettazione delle città per ripensare al nostro prossimo futuro. Come ha fatto Aldo Rossi, a cui il Maxxi di Roma dedica un’ampia retrospettiva lungo la sua straordinaria carriera a più di venti anni dalla sua scomparsa.
Punto di riferimento della storia dell’architettura internazionale, designer affermato e conosciuto anche dal grande pubblico, Aldo Rossi rappresenta un modello assoluto soprattutto in un momento, come quello attuale, in cui siamo chiamati a riprogettare il futuro e le città in cui viviamo.

La città analoga, Aldo Rossi, Eraldo Consolascio, Bruno Reichlin and Fabio Reinhart

Architettura con Santo. MAXXI Architecture Collection. Archive Aldo Rossi ©Eredi Aldo Rossi
La sua Città Analoga, il cui grande disegno è esposto in mostra, è una rappresentazione planimetrica di una metropoli utopica, frammentata, plurale, che contiene in sé caratteri di città diverse.
Nel 1919 la Bauhaus riscriveva la storia delle arti applicate e ricostruiva la Germania uscita dalla guerra. La scuola di Gropius fondò un’epoca, uno stile, inventò l’industria del design, ricostruì un sentire comune e contribuì alla tessitura di una società sfilacciata e provata dal conflitto. Oggi quella scuola, non a caso, ispira il grande progetto europeo del “Nuovo Bauhaus” appena lanciato. Ecco allora che la lezione di Aldo Rossi, impegnato sin da giovanissimo nella ricostruzione dell’Italia del secondo dopoguerra, diventa più importante che mai. In molti lo hanno definito postmoderno, sebbene lui non si sia mai sentito troppo a suo agio dentro le etichette. Quel che è certo è che Aldo Rossi ha saputo progettare con uno sguardo globale, assolutamente attuale.

Poliedrico e visionario, refrattario alle definizioni, fuori dalle mode e difficilmente etichettabile, Aldo Rossi ha costruito e ha “ricostruito” in Italia e nelle città di tutto il mondo.
Architetto viaggiatore, innanzitutto. In giro per il mondo per scoprire quegli organismi complessi che sono le città, punto di incontro di stili architettonici ed epoche artistiche diversi. «Sarà forse snobismo, ma più giro il mondo più avverto di esserne cittadino e più torno a un senso antico delle cose», diceva. Già, il senso antico, come è antico il viaggio di Ulisse, coraggioso, curioso, astuto. Cos’è, del resto, che può alimentare più di ogni cosa l’immaginazione e la creatività se non il viaggio? Aldo Rossi ha lavorato a Milano, Berlino, Barcellona, Amsterdam, New York e Tokyo.

Cimitero Modena, Aldo Rossi, Gianni Braghieri, MAXXI Architecture Collection. Archive Aldo Rossi ©Eredi Aldo Rossi
E non solo. Tra i progetti più celebri che la mostra presenta c’è l’unità residenziale al quartiere Gallaratese di Milano, la ristrutturazione del Teatro Carlo Felice di Genova, l’isolato tra Kochstrasse e Friedrichstrasse a Berlino, il Bonnefantenmuseum a Maastricht e il Cimitero di San Cataldo di Modena del 1971, a cui la mostra dedica un focus, con le sue forme archetipiche del cono e del cubo. E poi c’è il progetto di ricostruzione del teatro La Fenice di Venezia, di cui purtroppo Rossi non ha potuto vedere il completamento.

Student house project Chieti, Aldo Rossi, G. Braghieri, A. Cantafora. MAXXI Architecture Collection. Archive Aldo Rossi ©Eredi Aldo Rossi

Cimitero San Cataldo, Aldo Rossi, G. Braghieri. MAXXI Architecture Collection. Aldo Rossi Archive ©Eredi Aldo Rossi.
«Le città sono le protagoniste di questa mostra su Aldo Rossi, osservate e confuse tra loro dalla sensibilità del poeta e dalla profondità dello studioso unite in una figura che ha attraversato in modo del tutto singolare il panorama architettonico internazionale». Alberto Ferlenga, Exhibition Curator
Tante le opere in mostra frutto della collaborazione decennale con il gruppo Molteni. È Luca Meda, con intuizione generosa, a portare Aldo Rossi in Molteni&C.

Sedia, Aldo Rossi – Courtesy Molteni Museum

Carteggio, Aldo Rossi – Courtesy Molteni Museum

Interno Milanese con persona che guarda Duomo con nebbia – Courtesy Molteni Museum

Parigi Armchair – Courtesy Unifor
«La mostra è un’offerta per la comunità di oggi che sta ripensando le nostre città. Quella di Aldo Rossi è una lezione ancora attuale e contemporanea». Giovanna Melandri, Director of MAXXI
La relazione con la famiglia Molteni è fatta anche di grande amicizia: si condividono lavoro, viaggi, passioni. E una precisa idea di design: «Poter tradurre elementi fantastici personali in un disegno razionale e ripetibile». Sono innumerevoli i progetti di Aldo Rossi targati Molteni e Unifor ad aver fatto la storia del design italiano. Come la sedia Milano, correva l’anno 1987. Ma prima ancora c’è anche la celebre Cabina dell’Elba del 1980.

Milano and Carteggio – Courtesy Aldo Rossi Foundation
Nel 1987 arriva Carteggio, mobile alto e stretto per carte e piccoli oggetti: come non pensare a un piccolo museo delle meraviglie portatile per il collezionista che raccoglie pezzi unici in giro per il mondo? Il 1989 è l’anno della poltrona Parigi. Due anni dopo della libreria Piroscafo. Ma non ci sono solo le creazioni per Molteni. Ci sono anche, tra le altre, le caffettiere di Alessi entrate nelle case di tutti gli italiani: La cupola e La conica. In mostra al Maxxi anche gli strabilianti disegni di Aldo Rossi: una finestra per noi spettatori sul suo ricco mondo immaginifico. Disegnare per immaginare “come se”. Quel come se così centrale anche nella messinscena teatrale.
E forse allora non è un caso se Rossi per il teatro abbia nutrito sempre una grande passione, proprio per la sua capacità di rappresentare e manifestare mondi altri, possibili, immaginari ma reali e verissimi allo stesso tempo.

Teatro Series, Luca Meda, Aldo Rossi
Archistar ante-litteram in Europa, in America, in Asia. Nel 1990 è il primo italiano ad aggiudicarsi il prestigioso Pritzker Prize.

Un’altra Estate – Courtesy Aldo Rossi Foundation

Tre amici con cane conversano – Courtesy Fondazione Aldo Rossi
«L’immaginazione e la fantasia non possono nascere che dalla conoscenza del reale». Aldo Rossi, Quaderni Azzurri (1969)
Nel 1980 progetta uno dei suoi lavori più rivoluzionari, il Teatro del Mondo, un teatro galleggiante collocato davanti a Punta della Dogana in occasione della Biennale di Venezia allora diretta da Paolo Portoghesi. Il teatro navigò fino a Dubrovnik prima di tornare a Venezia per essere smontato. Una struttura effimera ed eterna allo stesso tempo per le sue forme capaci di resistere al passaggio del tempo. Volumi puri, geometrici, assoluti. Una “chiesa di cristallo”, per usare la celebre definizione che il grande storico e critico d’arte Cesare Brandi diede molti anni fa alle chiese armene.

Papyro – Courtesy Molteni Museum
In apertura, Piroscafo Aldo Rossi, Luca Meda – Courtesy Molteni&C
(Aldo Rossi. L’architetto e le città – L’Architetto esploratore – Barchemagazine.com – Maggio 2021)